Archivi del mese: luglio 2014

Lettera di Graziano dal carcere di Lecce

Carcere di Lecce 17/07/2014

Ciao a tutti,
sto molto bene e non bastano certo 4 guardie in croce per abbattermi! Mi trovo nella sezione C2 del carcere e gli altri detenuti sono tutti ex 41bis o hanno fatto molto casino tra i comuni, non ci sono infami e meno male. Comunque conosco tutti e non ho alcun tipo di problema, mi hanno già dato il soprannome, sono “GRAZIANO LU TERRORISTA” per tutto il penitenziario.
Le celle sono piccole e messe male però hanno il bagno con lavello e bidè e sono singole. Si trovano una accanto all’altra, di fronte il nulla, in modo tale da non poter comunicare troppo l’uno con l’altro. Il cibo non è proprio pessimo anche se per mangiare bene i modi ci sono e li conosco già tutti. C’è molta solidarietà tra detenuti, su quello si può stare tranquilli. I farmaci passano regolarmente ma non li prende nessuno a parte un detenuto. Ho beccato pure il monaco col prete ma non penso che si farà vedere ancora perché è rimasto un po’ sconvolto. La Procura di Torino ha disposto per me il divieto d’incontro con tutti i detenuti. All’aria ci sono andato solo il primo giorno, mi hanno portato in una specie di sgabuzzino lungo 7-8 metri e largo 2,5, sporchissimo e da solo, sono durato un quarto d’ora e poi ho chiesto all’appuntato di riaccompagnarmi in cella. Da allora mi rifiuto di andare al passeggio. Inoltre non faccio socialità perché non ci sono detenuti nelle mie stesse condizioni detentive.
I colloqui ci sono il martedì ma non ho ancora visto nessuno, perché, ripeto, mio padre non l’hanno fatto entrare.
Parlando d’altro, venerdì scorso, appena saputo degli arresti, i compagni di Lecce hanno fatto un presidio davanti a Borgo San Nicola più o meno dalle 18 alle 20 e li ho sentiti bene, ho provato anche ad urlare ma non so se loro hanno sentito me. Qui ogni sera c’è qualche parente che viene a sparare fuochi e bomboni. Colgo l’occasione per dire a tutti che mercoledì 23 è il mio compleanno e là fuori mi aspetto una grande festa…
So che oggi comincia il campeggio itinerante in Valle, spero che i compagni saranno in tanti e molto agguerriti! Mi raccomando però non facciamo cagate che i compagni servono più fuori che dentro! (DETTO DA ME FA RIDERE COMUNQUE). Cercate di tenermi aggiornato su tutto quello che succede fuori. Scrivetemi e mandatemi buste vuote e francobolli.
NU BACIU A TUTTI
Monsieur Graziano



Per scrivere a Graziano:


Mazzarelli Graziano

casa circondariale via Paolo Perrone 4
Borgo S.Nicola 73100 Lecce

da informa-azione

 

Confermate le condanne a Nicola e Alfredo

Riportiamo con una settimana di ritardo il risultato della corte d’appello che si è riunita a Genova l’ 11 luglio, questa ha riconfermato integralmente la condanne di primo grado in rito abbreviato per l’il ferimento all’AD di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi: 10 anni e 8 mesi ad Alfredo e 9 anni e 4 mesi a Nicola. In primo grado i compagni avevano rivendicato in aula l’azione e la loro appartenenza, come unici componenti del nucleo Olga Fai/Fri. In appello hanno rifiutato di assistere alla farsa processuale in videoconferenza.

 

CHI DICE CHE LU CARCERE E’ GALERA

 

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veduta del carcere di Macomer

 

 

Il ministero decide la chiusura di alcuni istituti di pena : Macomer ed Iglesias. La moivazione e’ che sarebbero anti-economici.

I sindacati di polizia, tutti, insorgono e scrivono al ministero, alla regione e a tutte le altre istituzioni interessate perchè il provvedimento sia revocato, perchè, dicono i sindacati, saranno messi a rischio molti posti di lavoro e verrebbe meno la presenza dello Stato.

In due righe sindacati ed istituzioni rendono perfettamente il reale scopo del carcere, una immensa macchina da soldi che garantisce un gettito su chi direttamente o meno specula sulla pelle dei detenuti, quindi le motivazioni della chiusura diventano semplici conteggi da calcolatori attenti e la chiusura diventa una perdita economica per l’indotto carcerario.

Ad essere trascurati sono però sempre loro, i detenuti, persone rinchiuse per assecondare una vendetta sociale che mira a colpire i deboli e difendere i forti e che li usa come semplici codici numerici per giustificare o meno l’utilizzo del sistema carcerario.

A prescindere da situazioni relative a decreti svuota carceri o meno, sovrannumero dei detenuti e simili,che vengono citate dalle istituzioni solo per questioni di becere multe della comunità europea, il carcere resta un luogo di tortura ed annullamento dell’individuo che garantisce la paura e di conseguenza il potere di chi quella paura esercita, ed evidentemente, garantisce il mantenimento di un sistema economico sempre piu’ simile ad un’azienda con utili e perdite piuttosto che consetire un ragionamento sulla reale essenza del carcere.

Scardinare il macchinario carcere diventa qundi un importante tassello verso l’abbattimento del potere.

 

TUTTE LIBERI – FUOCO ALLE GALERE

 

E…STATE ANTIFA…ULTIMO APPUNTAMENTO

Il Coordinamento Antifascista Cagliaritano vi invita a partecipare all’ultimo appuntamento di una serie di iniziative sparse in città.

Dopo Tre aperitivi tematici su CARCERE, NOTAV, OCCUPAZIONE MILITARE E SITUAZIONE UCRAINA, vi invitiamo a una festa in piazza, a difesa degli spazi che ci stanno venendo sottratti sotto il naso da privati e pubblici in nome di gentrificazione, economia, ordine e pu/olizia. Sara’ un’occasione per la costruzione di una socialità diversa da quella dei cocktails e dei
tavolini, imposta da gentrificazione e economia turistica, e di una
critica ad un sistema che condanna e reprime ogni forma di dissenso
autonomo e organizzato.

Venerdi 18 Luglio, Terrapieno, ore 22.00            

A SU MANCU BUFFAUSU

Festa, musica e birra a prezzi popolari

Arrestati altri tre NOTAV per l’attacco al cantiere dello scorso Maggio

Da radioblackout.org:

Verso le 5.30 di questa mattina, la polizia si è presentata in grande stile, incappucciata e con armi alla mano, nelle abitazioni di quattro attivisti no tav. L’operazione ha portato all’arresto di tre persone tra Milano e Lecce e ad almeno una perquisizione, nell’ambito dell’indagine che portò il 9 dicembre scorso all’arresto di 4 attivisti notav, accusati di terrorismo.

A richiedere le misure i due pm con l’elmetto Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, che evidentemente scontenti della decisione della corte di cassazione che ha negato la configurabilità del reato di terrorismo, ora puntano a prendersi la loro personale, quanto ridicola, rivincita, pensando bene di proseguire l’indagine riguardante l’assalto notturno al cantiere della Tav di Chiomonte tra il 13 e il 14 maggio 2013. L’operazione di oggi è significativa di come i due Pm cerchino ora di allargare il raggio di azione, andando a colpire altri compagni e compagne.

Secondo le prime informazioni, i tre arrestati questa mattina sono accusati di fabbricazione e porto d’armi di “armi da guerra e congegni esplosivi”, danneggiamento, incendio e violenza a pubblico ufficiale aggravata. Sono tuttavia da verificare l’esattezza dei capi di imputazione, mentre i tre sono tutt’ora in questura. All’interno dell’operazione di questa mattina, anche una lunga perquisizione a casa di una quarta persona, sempre nel milanese.

Da: LaStampa

Tav, tre arresti per l’assalto al cantiere
Sono indagati anche per terrorismo
Nel maggio 2013 l’attacco a Chiomonte di 30 persone a volto coperto.
Le indagini della Digos di Torino e Milano: «Avevano armi da guerra»
C’è anche il possesso di «armi da guerra» tra le accuse ipotizzate a carico dei tre giovani anarchici arrestati dalla Digos di Milano e Torino, stamani, nell’ambito delle indagini sull’assalto al cantiere Tav di Chiomonte (Torino). Si tratta di giovani tra i 24 e i 26 anni ritenuti a vario titolo responsabili per i fatti commessi contro le forze dell’ordine durante gli scontri in Val Susa del 13 e 14 maggio 2013.
Due sono stati arrestati a Milano e uno a Lecce. Tra le accuse, oltre a quella di possesso di armi da guerra, figurano a vario titolo anche reati contro la persona, le violenze contro le forze dell’ordine, e contro il patrimonio, i danneggiamenti al cantiere. I pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo hanno ottenuto la custodia cautelare dei tre per altri reati, ma procedono anche per la medesima accusa contestata inizialmente ai quattro attivisti che sono già sotto processo a Torino.

Per le forze dell’ordine quello dello scorso anno fu «un attacco in piena regola» al cantiere Tav del cunicolo esplorativo di Chiomonte. Nel resoconto della Questura di Torino si parlava di circa 30 persone, tutte travisate, che attorno alle 3.15 avevano preso d’assalto il perimetro del cantiere in un caso tagliando un piccolo tratto di recinzione, in altri cercando di bloccare con cavi di acciaio alcuni varchi normalmente utilizzati dalle forze dell’ordine. Azioni simultanee, su più fronti, utilizzando bengala, razzi esplosi da un rudimentale mortaio, artifici pirotecnici, bombe carta e bottiglie incendiarie.

per chi volesse scrivergli e fargli sentire la propria solidarietà :

Mazzarelli Graziano
casa circondariale
via paolo perrone 4
Borgo S.Nicola
73100 Lecce

Alberti Lucio
Sala Francesco

casa circondariale San Vittore
piazza filangeri 2
20123 Milano

E…STATE ANTIFA, 3° APPUNTAMENTO

Il Coordinamento Antifascista Cagliaritano vi invita a partecipare a  una serie di iniziative sparse in città. Tre aperitivi tematici con musica, vino, birra e cibo per parlare e informare su altrettanti argomenti.

Alla ricerca di una socialità diversa da quella dei cocktails e dei
tavolini, imposta da gentrificazione e economia turistica, e di una
critica ad un sistema che condanna e reprime ogni forma di dissenso
autonomo e organizzato.

Venerdì 11 luglio, Piazza Marghinotti, ore 19:30
UKRAINA: IL GOLPE NERO
Dalla rivoluzione arancione del 2004 alla guerra civile di 10 anni
dopo: cerchiamo di capire il ruolo che hanno avuto le componenti
neofasciste all’interno delle proteste europeiste di piazza maidan, e
come UE e Russia si stiano spartendo i giacimenti di gas ukraini

Venerdi 18 Luglio, Terrapieno, ore 22.00
A SU MANCU BUFFAUSU
Festa, musica e birra a prezzi popolari

Gli aperitivi sono a offerta libera

Arrestati 3 Giugno, lettera di Andrea

Da macerie.org:

Questa lettera è di Andrea, che, trasferito da Ravenna a Torino in occasione del riesame, è rimasto qualche giorno alle Vallette, prima di tornare nel carcere romagnolo per poi essere trasferito ad Asti.

20/6/2014

Le Vallette

E di cosa volete che si parli in galera, due a due o tre a tre ben allineati, misurando a passi svelti la distanza tra un muro e l’altro del cortile? Di tribunali ed avvocati, di carceri ed indulti che non arrivano mai. E di poco d’altro: il resto è riservato alla penombra delle celle, quasi a voler rappresentare nella scelta ripetitiva del discorso la frattura dolorosa tra dentro e fuori. Fuori la vita ha toni e sfumature, orizzonti e mille cose da fare e da dire e da pensare; dentro la vita è carcere, solo carcere.

Infatti, giusto ieri mattina, nel cortile, pure io stavo parlando di galera come tutti, e mi trovavo a sostenere che, se proprio si deve finire dentro, meglio mille volte la prigione dove ci trovavamo in quel momento a passeggiare insieme che il carcere immenso della mia città. Galera per galera, spiegavo, qui almeno dal carrello si riesce a mangiare quasi benino e pure chi non ha i soldi per fare la spesa e cucinare in cella può tirare avanti senza rovinarsi troppo lo stomaco e l’umore: dalle mie parti invece, da quel che ricordavo e da ciò che mi era stato raccontato più di recente, col carrello ti servon merda, variamente condita e presentata, ma più o meno invariabilmente merda.

Ed è bastato nominarlo ieri in cortile, il carcere della mia città, per renderlo vero: sveglia presto questa mattina, «trasferimento!», ed eccomi qui alle Vallette.

Non so dire se sono qui solo «per giustizia» – una udienza in Tribunale e poi via al punto di partenza – o se alla fine mi abbiano «assegnato» vicino a casa come avevo chiesto, per cui non so neanche se la cella dove mi han ficcato tre ore fa sarà la “mia cella” per un po’ o solo un antro di passaggio. Nell’incertezza non mi spendo troppo in quelle piccole opere di ingegneria carceraria che si tramandano di detenuto in detenuto per rendere meglio abitabili le celle delle prigioni. Solo l’essenziale: uno stendino per le mutande fatto con mezzo sacco della spazzatura e due coltelli di plastica e poi una tenda per dividere la latrina dalla cella vera e propria, visto che non c’è una porta. Quindi mi metto a sistemare alla meglio vestiti, biancheria e carte. Dal disordine del sacco nero che mi fa da valigia spunta un avviso di chiusura indagini notificatomi da poco, per un episodio dello scorso dicembre. Mi siedo sullo sgabello e rileggo: si racconta di uno striscione appeso a una finestra, di un discorso al megafono e delle dichiarazioni di Mauro Maurino intorno ad una riunione di vertice della cooperativa che lui presiede interrotta per il trambusto fatto da me, da un altro compagno, e da numerosi altri rimasti ignoti. C’era stata qualche giorno prima la protesta di un gruppo di detenuti delle Vallette incazzati per la scadente qualità del cibo che la cooperativa “Ecosol” faceva servir loro sul carrello, e un bel gruppone di solidali aveva fatto propria la questione andando ad occupare la sede della cooperativa. Ma la “Ecosol” è una costola del consorzio Kairòs, il consorzio Kairòs è coinvolto fino ai denti nella storia infame dei centro per senza-documenti in Italia, e Mauro Maurino è il trait d’union tra il mondo delle cooperative torinesi e l’affare-Cie. Abituato a vedersi contestato, evidentemente Maurino si era precipitato in Questura per denunce e riconoscimenti non appena i manifestanti avevan levato le tende. Niente di grave, comunque: impilo la notifica con le altre carte e mi dedico a piegar le mutande.

La cella dove sono è una cella e ha le sbarre, ma la finestra è enorme e luminosa, e questo pomeriggio la collina sembrava là a portata di mano, con Superga ben piantata in cima. Sorrido con le mutande in mano, e sono di buon umore quando arriva il lavorante col carrello e mi passa la mia cena: un gran mucchio di carote grattugiate e, in mezzo, due polpette. Sono grosse e già fredde, e dal lato di una sporge di almeno tre centimetri un bastoncino sottile e bruciacchiato. Io qui dentro di tempo da perdere ne ho, per cui mi impegno e lo estraggo dalla sua sede, piano piano perché non si spezzi. Lo guardo da vicino: è un grosso gambo di prezzemolo, un po’ legnoso, lasciato intero con ancora due foglioline sulla punta. Lo guardo ancora e penso con un po’ di nostalgia alla cena di ieri sera, lontana da Torino: laggiù, le polpette sono addirittura buone e ti viene da fermare il carrello che si allontana per averne una seconda porzione. Mentre tento l’assaggio, poi, non riesco a togliermi dalla mente la notifica, la Ecosol e Maurino, e i ragionamenti di quest’ultimo sui Cie che non sono “giusti” ma che è giusto gestire lo stesso e sugli anarchici che con le loro lotte fan peggiorare le condizioni di vita all’interno. Penso alla giustizia e guardo le polpette, e mentre mastico quel boccone gommoso e insapore provo schifo, ma non so se per le polpette o per le parole di Maurino. Parole indigeribili anche per chi in un Cie non c’è mai stato, e pure per chi non è costretto a mangiarsi queste polpette della Ecosol dal carrello. O almeno penso io, che poi ognuno ha il senso di giustizia che si è voluto costruire, agghindato con eccezioni e distinguo buoni abbastanza da salvargli il sonno. Son sicuro però che alla fine dei conti, chiunque al mio posto avrebbe fatto una identica cosa, persino Maurino: quelle polpette le avrebbe buttate nel cesso come ho fatto io.

Andrea

Agente penitenziario aggredito in ospedale a colpi di sedia

E’ avvenuto ieri in un ospedale di Cagliari, un secondino da poco subentrato al suo collega nel controllare un prigioniero in corsia è stato aggredito, pare da un altro paziente, a colpi di sedia. Non si conoscono i motivi dell’aggressione, ne chi sia l’aggressore. Bella mossa però…sedia

AGGIORNAMENTO PROCESSO A DAVIDE DELOGU

Stamattina si sarebbe dovuta svolgere un’ udienza del processo a Davide Delogu, ieri sera gli avvocati ci avevano però informato che in realtà quello di stamattina sarebbe stato solo un rinvio, e così è stato. Non sappiamo ancora per sia stata fissata la nuova data, quello che sappiamo è che oggi Davide non era presente in aula perchè per lui era stata predisposta la videoconferenza.

I timori purtroppo si sono rivelati fondati, gli avvocati hanno fatto richiesta di annullamento di questo provvedimento ma anche di questo non si sa ancora nulla di preciso.

L’udienza è stata rinviata al 3 ottobre, ed il giudice deciderà se farlo tradurre in Sardegna o procedere per video conferenza.

Fuori dal tribunale di Piazza Repubblica stamattina abbiamo volantinato sotto lo sguardo attento di un nutrito gruppo di digossini e di qualche pattuglia di polizia.

In attesa di novità rilanciamo la solidarietà a Davide e invitiamo tutti a scrivergli.

DAVIDE DELOGU

CASA CIRCONDARIALE

VIA MESSINA 94, 93100, CALTANISSETTA