Archivi del mese: luglio 2017

SOLIDARIETA’ A DAVIDE: Cagliari, Sassari, KURDISTAN

Nell’ultimo giorno della settimana di mobilitazione ci arrivano altre foto di iniziative in solidarietà a Davide; un presidio mobile a Cagliari, delle scritte sui muri di Sassari e delle scritte addirittura dal Kurdistan.20170729_192721

Via Manno, Cagliari

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Bastione di San Remy, Cagliari.

FB_IMG_1501408492665 Sassari.

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SOLIDARIETA’ A DAVIDE: Cagliari, striscione sulla Torre dell’elefante

Ci giunge la bellissima foto di uno striscione appeso oggi pomeriggio sulla Torre dell’elefante, uno dei principali monumenti di Cagliari. Davide libero!

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SOLIDARIETA’ A DAVIDE: ieri presidio all’Unione Sarda

Ieri pomeriggio si è svolto un presidio fuori dall’Unione Sarda. L’iniziativa chiamata da un’assemblea costituitasi in occasione della settimana di solidarietà, ha ottenuto una buona partecipazione; alle tre e mezza una cinquantina di persone si sono ritrovate nel piazzale antistante la sede del principale quotidiano regionale, dopo un’oretta circa, il presidio si è spostato all’interno della sede scandendo cori contro il carcere. Sono subito accorsi preoccupati vigilanti privati e giornalisti, e a ruota i carabinieri. Senza particolari intoppi il presidio è andato avanti ancora un’oretta salvo poi sciogliersi, non solo dal caldo…

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SOLIDARIETA’ A DAVIDE: Roma e Lecce

Arrivano notizie anche da Roma e Lecce:

Da Lecce:
Questa sera in occasione dell’inaugurazione de La Caura (Roca – Lecce), verrà esposto un pannello informativo in solidarietà a Davide Delogu
A Roma: comparso striscione durante un’iniziativa a Centocelle contro daspo, retate e espulsioni.
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SOLIDARIETA’ CON DAVIDE: 27 luglio Cagliari

Passeggiando per Cagliari.

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DAVIDE DELOGU DETENUTO AL CARCERE DI AUGUSTA
HA INIZIATO LO SCIOPERO DELLA FAME!

Tortura, tentato omicidio, istigazione al suicidio: storia di ordinaria detenzione.

A seguito di un reclamo presso il Tribunale di Sorveglianza di Cagliari veniamo a sapere delle condizioni e vessazioni a cui è sottoposto un nostro amico e compagno, Davide Delogu, detenuto nel carcere di Augusta (SR). Sono parecchi anni che Davide lamenta che gli venga riservato un trattamento carcerario ascrivibile alla tortura piuttosto che alla detenzione.

 

Lo ha fatto in tanti modi: ha lottato all’interno del carcere, ha scritto, ne ha parlato con i propri cari e avvocati, si è ribellato con tutti i mezzi e l’energia che poteva disporre rinchiuso; ed ora, attraverso il reclamo, ha persino cercato di ricordare alle istituzioni statali di rispettare almeno le leggi che esse stesse hanno elaborato, ne cita tantissime, le conosce bene ormai, lui che non le ha mai riconosciute.

L’aver indotto Davide a doversi rivolgere a un Tribunale per denunciare la sua condizione è già di per se una tortura, e ci induce a pensare, a temere, che l’intento non sia più stroncare la sua personalità e le sue convinzioni ma interrompere la sua stessa esistenza.

A Davide, già sottoposto da anni al regime 14 bis, sono stati imposti sei mesi di durissimo isolamento punitivo: è privato della socialità interna; in isolamento totale e continuativo; rinchiuso in una cella cosiddetta liscia, cioè priva di radio, televisione, armadio e fornelli di dotazione (l’arredo consiste in letto, tavolo e sgabello); le due ore d’aria si svolgono in un’ulteriore cella semplicemente più grande della prima, in pratica non vede mai il sole; non riceve le quotidiane visite mediche, obbligatorie in questo genere di regime che tra l’altro non può essere superiore ai 15 gg.

A tutto ciò si aggiunge: l’impossibilità di visita da parte dei parenti e dell’unica amica autorizzata a vederlo, perché è stato deportato in Sicilia nel 2013, in meno di quattro anni è stato trasferito in quattro differenti strutture carcerarie siciliane; non riceve posta e non può inviarla, non può avere libri ne giornali. Ora può vedere solo il suo avvocato.
Perchè lui? Perchè tanto accanimento?

Davide viene condannato a dodici anni per un reato comune, svoltosi in Sardegna e qui giudicato. Detenuto nel carcere di Buoncammino a Cagliari, e nell’estate del 2013, partecipò alle proteste messe in atto da numerosi detenuti nel carcere cagliaritano che denunciavano le condizioni detentive al limite dell’umano a cui venivano sottoposti.
È noto come il carcere di Buoncammino (ormai trasferito nella nuova sede-fortezza di Uta) si sia distinto per le condizioni oppressive dei carcerati che, in un comunicato dell’epoca delle proteste, riferivano del “sovraffollamento intollerabile con detenuti ammassati in celle lager in condizioni igieniche e strutturali al limite dell’indecenza, speculazione sui prezzi della merce, trattamenti inumani, abusi di qualsiasi genere e troppo, troppo altro ancora”.

A partire da maggio del 2013 decine di detenuti iniziarono lo sciopero del carrello in segno di protesta contro le barbarie che erano costretti a subire. Come previsto il loro grido non fu ascoltato dall’orecchio sordo dell’apparato carcerario e la protesta si infiammò.

Conseguenza di queste rivolte, oltre le perquisizioni, le minacce e le intimidazioni (e risulta anche un pestaggio), fu il trasferimento di una parte dei “ribelli”, tra cui Davide che venne spostato al Pagliarelli di Palermo e accusato di tentata evasione. La presunta intenzione di evadere, il fatto che fosse parte attiva nelle proteste e la sua “contiguità agli ambienti anarchici” gli sono costati il “Regime di sorveglianza particolare”, ennesimo strumento di tortura legalizzato dettato dal ben noto art. 14-bis.

Da quel momento Davide è sottoposto a un’odissea fatta di isolamento, trasferimenti punitivi, censura e sequestro della corrispondenza, limitazioni di ogni forma di socialità e comunicazione con gli altri detenuti e con l’esterno, compresi i parenti e il suo avvocato. Un’altra misura (per il momento sventata dall’opposizione del suo difensore), atta a zittire l’imputato e l’ampia solidarietà creatasi attorno ad esso, è stato il tentativo da parte del DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) di imporre il processo in videoconferenza. Questo provvedimento, oltre a rappresentare l’ennesimo esempio di totale arbitrarietà di applicazione delle norme nei penitenziari, è stata l’ennesima azione punitiva nei confronti di Davide, della sua caparbietà, della sua voglia di tirare la testa fuori dal sacco e non cedere alle ripicche del sistema carcerario.
Da dentro le mura del carcere Davide non ha mai perso occasione di appoggiare le proteste dei suoi compagni detenuti, di esprimere piena solidarietà alle realtà in lotta come i NO TAV, di denunciare ad alta voce le morti nelle carceri. Nonostante l’isolamento impostogli dalla barbaria della galera ha sempre tenuto la testa alta e non si è mai piegato al volere del carcere che lo vorrebbe prono e dentro degli schemi pre-confezionati e pre-determinati.

Davide non si è mai arreso, appunto, e il 1° maggio scorso tenta l’evasione dal carcere di Augusta, gli riesce quasi e se la rivendica, è stato il vento a tradirlo. Maledette isole!
L’amministrazione carceraria di Augusta non la ha presa bene, la butta sul personale. L’ordinamento penitenziario nella sua monumentale crudeltà non è sufficiente a soddisfare la sete di vendetta del suddetto “centro di correzione”, d’altronde non sono mica gli unici!

La storia di Davide è la storia di decine di persone costrette a regimi disumani di carcerazione, illegali come la discrezionalità delle amministrazioni carcerarie e legali come il 14 bis e il 41 bis. Strumenti di annientamento fisico e psicologico che cercano di annullare chi, come lui, si oppone con tutti i propri mezzi a questo sistema fatto di sfruttamento, oppressione, coercizione e violenza. Lo stesso sistema che ti uccide a lavoro, negli ospedali psichiatrici, nelle caserme e nelle galere. Un sistema che se non ti pieghi diventi automaticamente un indesiderato, un emarginato, un essere da isolare e cancellare. E se proprio non ti pieghi finisci peggio.

Oggi 26 luglio 2017 apprendiamo che il reclamo di Davide è stato accolto solo in parte, annullando la disposizione che prevedeva la fruizione delle due ore d’aria in assenza di altri detenuti e che per il resto le sue condizioni resteranno invariate.
Davide ha iniziato lo sciopero della fame perché tutti questi motivi e anche perché grazie alla censura non gli fanno avere una foto di un caro amico che è morto poco tempo fa.

Per queste ragioni vi invitiamo al presidio che si terrà venerdì 28 luglio 2017 alle 15:30 nel Piazzale dell’Unione Sarda.

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Davide è in sciopero della fame

Apprendiamo ora che oggi Davide ha iniziato uno sciopero della fame.

Il motivo scatenante dovrebbe essere la mancata consegna da parte dei secondini di una foto di un caro compagno scomparso da poco a cui Davide era molto legato.

Non abbiamo altri dettagli, non ci resta che rilanciare con sempre più forza l’appello alla solidarietà con Davide e alla lotta che sta portando avanti contro le condizioni disumane in cui lo stanno facendo vivere.

Oggi è anche arrivato il responso del reclamo di Davide al Giudice di sorveglianza, per cui si è tenuta l’udienza la settimana scorsa (il 18 Luglio). Il reclamo è stato accolto in piccolissima parte, gli è stato concesso di non fare più le due ore d’aria da solo, rompendo così l’isolamento totale nel quale era stato chiuso negli ultimi due mesi.

Seguiranno news.

SOLIDARIETA’ CON DAVIDE: 26 Luglio Milano

Milano 24-07-2017 Campagna contro l’isolamento, solidarietà a Davide e a tutti i prigionieri ribelli!

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SOLIDARIETA’ CON DAVIDE: 25 Luglio Bologna

Ci arrivano delle foto di scritte apparse a Bologna in solidariertà con Davide:

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SOLIDARIETA’ CON DAVIDE: 23 Luglio Cagliari

Avvistato in zona Poetto:

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