Verso l’1.30 della notte tra l’ 11 e il 12 dicembre scoppia una rivolta nel Cie di via Corelli a Milano. La polizia entra subito dentro le gabbie per tentare di sedare i rivoltosi a colpi di maganello. Alle 2.20 i compagni accorsi sotto il Cie battono contro le sbarre per farsi sentire all’interno, e vedono due ambulanze entrare nel lager. Mentre da dentro giungono notizie di pestaggi furiosi, all’ingresso poliziotti e crocerossini negano ogni cosa. Arrivano altre tre ambulanze, e il personale di una di queste si lascia scappare che «la situazione all’interno è molto critica», ma che per il momento non hanno ancora portato via nessuno dei feriti. Gli agenti della Digos invece continuano a sostenere che le ambulanze presenti sono lì per «un malore improvviso» all’interno del Cie…
Verso le 4 di notte i contatti con l’interno vengono bruscamente interrotti, ma i solidali riescono ugualmente a capire che i rivoltosi feriti sono stati portati in due ospedali di Milano, il Santa Rita e il San Raffaele, e sono messi parecchio male. Fuori dai due ospedali ci formano due gruppi di compagni che cercano di avere informazioni, e sembra che una volta terminati gli accertamenti la polizia sia intenzionata a riportarli dentro al Cie. Mentre attendono di capire quale sarà il destino dei feriti, verso le 5 di mattina i solidali riescono nuovamente a mettersi in contatto con i reclusi, che raccontano come la polizia sia appena entrata in una camera e abbia ripreso a massacrare e terrorizzare. Pare anche che nella settimana appena trascorsa altri reclusi siano stati portati in ospedale, in seguito ad atti di autolesionismo o a pestaggi da parte della polizia.
Aggiornamento – ore 12.00. Arrivano i primi dispacci della Questura sui fatti di questa notte. A quanto pare la rivolta è stata preceduta da un tentativo di fuga, bloccato sul nascere dalla polizia. I rivoltosi ricoverati in ospedale – cinque – sono stati tutti dimessi durante la notte. Sembra inoltre che i danneggiamenti, avvenuti in tre sezioni del Centro, siano di una certa importanza: l’impianto di riscaldamento è fuori uso, e diverse porte sono state sfondate. Probabile infine che scattino diverse denunce per i rivoltosi.
Aggiornamento – ore 16.00. La maggior parte delle persone ferite pesantemente durante la rivolta sono state portate via dal Centro. Dentro ne rimangono soltanto due, ingessate. Non si sa ancora se si tratta di un trasferimento o di un arresto.
Aggiornamento – ore 18.00. I reclusi portati via da via Corelli sono otto, e sono stati trasferiti in un altro Centro, sembrerebbe proprio nel Cie di corso Brunelleschi a Torino, e sono stati privati del telefono. Nel frattempo, come sempre accade dopo una rivolta a Milano, il telefono l’ha preso in mano il vicesindaco De Corato per dettare un lancio di agenzia: «Siamo alla sesta protesta nel Cie di via Corelli dall’inizio dell’anno, l’ultima aveva avuto luogo solo tre settimane fa. E ogni volta si registrano agenti feriti e danneggiamenti alla struttura, a causa dei quali decine e decine di posti diventano inagibili. Una situazione d’emergenza che rischia il collasso perché, di questo passo, i circa 80 posti disponibili, comunque insufficienti, saranno sempre meno».
– – –
«Un gruppo di extracomunitari ha tentato di fuggire la notte scorsa dal Cie di via Corelli a Milano. La polizia è intervenuta per bloccarli. Alcuni immigrati sono rimasti leggermente feriti. Contusi anche alcuni agenti. Il blitz è avvenuto in tre settori, attualmente occupati da nordafricani. Una decina hanno cercato di arrampicarsi sui tetti per scavalcare le recinzioni, ma sono stati bloccati. A quel punto gli stranieri, vista preclusa la fuga, hanno iniziato i danneggiamenti e hanno dato vita a una sorta di rivolta che ha coinvolto una cinquantina di persone.»
Fonte: Ansa
«Un tentativo di fuga è stato messo in atto, la scorsa notte, nel Centro di identificazione ed espulsione di Milano. La polizia è intervenuta per impedirlo e ha bloccato i fuggitivi, alcuni dei quali sono rimasti leggermente feriti. Contusi anche alcuni agenti. L’azione è stata intrapresa poco dopo mezzanotte, in tre settori, attualmente occupati da immigrati nordafricani. Una decina di essi hanno cercato di arrampicarsi sui tetti per scavalcare le recinzioni, ma sono stati bloccati. A quel punto gli stranieri, vista preclusa la fuga, si sono lasciati andare ad estesi danneggiamenti e a una rivolta che ha coinvolto una cinquantina di persone. Secondo quanto riferito dalla Questura, la situazione è tornata alla calma un’ora più tardi. Secondo la ricostruzione della polizia una volta impedita la fuga gli agenti sono intervenuti ancora per impedire i danneggiamenti delle strutture. Gli immigrati, infatti, avrebbero smontato dei caloriferi e con questi sfondato porte e rotto suppellettili. Le posizioni di ciascuno devono ancora essere vagliate, ma è probabile che per tutti i partecipanti scattino denunce. Cinque stranieri sono stati accompagnati in ospedale (tre al S.Raffaele e due alla S.Rita) dal 118 e poi dimessi nella notte. Altri sono stati medicati sul posto. Anche alcuni agenti sono rimasti contusi in modo non grave. Durante i disordini sono giunti all’esterno della struttura, in via Corelli, una quindicina di attivisti di centri sociali e associazioni per i diritti degli immigrati. Ora i tecnici dovranno valutare l’agibilità dei vari settori del Cie coinvolti.»
Fonte: il Giornale
«Nuova protesta di immigrati nel Centro di identificazione e espulsione di Milano con contusi tra le persone ospitate nella struttura e le forze dell’ordine. “La situazione è al collasso”, afferma il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Riccardo De Corato “Siamo alla sesta protesta nel Cie di via Corelli dall’inizio dell’anno, l’ultima aveva avuto luogo solo tre settimane fa. E ogni volta – osserva De Corato – si registrano agenti feriti e danneggiamenti alla struttura, a causa dei quali decine e decine di posti diventano inagibili. Una situazione d’emergenza che rischia il collasso perché, di questo passo, i circa 80 posti disponibili, comunque insufficienti, saranno sempre meno”. “Mi chiedo cos’altro deve succedere prima che si decida di potenziare le strutture in Lombardia. Lo stesso Ministro Maroni ha affermato che i centri di identificazione sono fondamentali per aumentare la sicurezza e contrastare efficacemente la clandestinità, eppure delle 4 nuove aperture annunciate nel 2010 (peraltro non ancora realizzate) nessuna riguarda la Lombardia. Bensì regioni come Veneto, Toscana, Marche e Campania che hanno ‘bacini’ di clandestinità ben diversi dalla nostra regione”. “Malpensa – aggiunge il vice Sindaco – sarebbe l’area ideale per realizzare un nuovo Cie visto che, come Maroni ha ricordato, le zone aeroportuali sono da privilegiare in quanto facilitano i rimpatri. E considerato che, sempre secondo il Viminale, Malpensa è la nuova frontiera dell’immigrazione clandestina dopo Lampedusa, la decisione di escluderla dalla rosa delle aree in lista per un nuovo Cie cozza con la realtà. Ci auguriamo pertanto – conclude De Corato – che il ministro cambi idea perchè la situazione della Lombardia e di Milano è unica in Italia e andando avanti così rischiamo di vanificare l’impegno degli agenti nella lotta alla clandestinità”.»
Fonte: APCom
macerie @ Dicembre 12, 2010