Archivi del mese: giugno 2015

Rinviata l’udienza per la sorveglianza speciale

Stamattina si sarebbe dovuta svolgere l’udienza per la richiesta della sorveglianza speciale ai danni di un compagno di Cagliari.

L’udienza è stata rinviata al 9 Luglio alle ore 9.00 perchè la questura ha prodotto nuovi atti, relativi alla manifestazione dell’11 Giugno all’aeroporto di Decimomannu.

Stamattina fuori dal tribunale era stato organizzato un presidio solidale, che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone, che a metà mattina ha fatto un piccolo corteo per le vie del centro per ribadire che SORVEGLIARNE UNO E’ ATTACCARE TUTT*.

SORVEGLIARNE UNO E’ ATTACCARE TUTT*

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MARTEDI’ 30 GIUGNO h 9:00 PRESIDIO FRONTE TRIBUNALE DI CAGLIARI CONTRO LA RICHIESTA DI SORVEGLIANZA SPECIALE PER UN COMPAGNO

PARTECIPA E FAI GIRARE

Cosa succede?

Commento soggettivo di alcuni fatti recenti.

Arriva l’estate, arriva luglio, arriva la pausa estiva delle esercitazioni, tutto fermo? Per niente.

Questa settimana si sono incontrati i vertici militari e il Comipa (comitato misto paritetico) per firmare il programma delle esercitazioni per il prossimo semestre, non è andata benissimo. I rappresentanti del Comipa hanno abbandonato la sede del comando militare non firmando il documento.

Per chi non se lo ricordasse erano anni che il Comipa non firmava i calendari delle esercitazioni proposti dai militari i quali passavano la palla al ministero della difesa che con un decreto imponeva lo stesso calendario per motivazioni di importanza strategica nazionale. L’anno scorso invece il Comipa ha firmato, in cambio di misere concessioni dei militari su qualche giornata in meno di fuoco e accordi vari di controllo su svolgimento e bonifica delle esercitazioni. Il risultato è stato che i militari hanno comunque finito di sparare dopo i termini stabiliti, non hanno concesso ai rappresentanti del Comipa di assistere alle esercitazioni e alle bonifiche così come accordato, e ora minacciano che se non ci sarà la firma al nuovo calendario chiuderanno le spiagge dei poligoni aperte ai turisti per la pausa estiva. Insomma prepotenza bella e buona.

Purtroppo non si hanno notizie su quanto sarà fitto il calendario, se veramente la “Trident Juncture” sarà spostata a Trapani e se ci saranno altre grandi esercitazioni militari, sicuramente il rifiuto così netto del Comipa dopo l’apertura degli scorsi mesi fa pensare che non sia cambiato niente.

Qualcosa invece sta probabilmente cambiando, almeno per quanto riguarda l’aeroporto di Decimomannu. Un paio di giorni prima del corteo dell’11 Giugno l’AMI si era esposta dicendo che aveva deciso di annullare la STAREX perchè “non sussistevano le sufficienti condizioni di tranquillità per svolgere esercitazioni di quella portata”. La giornata dell’11 gli ha dato ragione.

E a non essere tranquilli ci sono anche i militari tedeschi, che gestiscono l’aeroporto insieme all’AMI, che dovrebbero investire tra poco 15 milioni di euro per ammodernare gli hangar e una delle due piste, e stanno chiedendo certezze sulla stabilità della struttura. Gli altri a non essere tranquilli sono i sindaci della zona, in particolare quello di Decimoputzu, che aveva convocato per il 18/6 un corteo “a favore delle esercitazioni e dei poligoni militari”, prontamente annullato dopo la montagna di critiche, spostato al 26, successivamente spostato di nuovo e trasformato in un’assemblea che si svolgerà lunedì 29, grossomodo dal titolo “difendiamo l’economia del territorio, difendiamo i posti di lavoro civili dell’aeroporto”, con questo cambiamento nella chiamata l’audace sindaco di Decimoputzu è riuscito a coinvolgere anche i sindaci di San Sperate, Villasor e Decimomannu, difficile prevedere cosa possa uscire da un’assemblea del genere, sicuramente è un segno di preoccupazione di una parte delle comunità che vivono intorno all’aeroporto, quelle che ci campano, quelle che campano sulla guerra.

In mezzo a tutto questo bel movimento alcuni partiti indipendentisti non trovano niente di meglio da fare che riproporre, con più grinta del solito, un referendum consultivo (quindi assolutamente inutile ai fini legali) sulla presenza militare in Sardegna. Una strategia tagliagambe per i movimenti di lotta di base, un chiaro percorso propagandistico pre-elettorale di gruppi che parlano di percorsi di lotta che non hanno mai fatto e che hanno in questo progetto solo dei tornaconti personali.

NON VOTARE. TAGLIA LE RETI!

 

ASSEMBLEA A SASSARI SUL CORTEO DELL’11 GIUGNO A DECIMOMANNU

VENERDI’ 26 GIUGNO
ORE 18.00
presso lo Spazio Sociale del Collettivo S’idealibera
(Via Casaggia 12, Sassari)
ASSEMBLEA SUL CORTEO DELL’11 GIUGNO A DECIMOMANNU
Dopo il corteo dell’undici Giugno a Decimomannu, vogliamo condividere e confrontarci su ciò che la manifestazione ha rappresentato nel percorso di lotta contro l’occupazione militare e quali prossime tappe possiamo definire insieme.
Pensiamo, infatti, che sia importante condividere le nostre letture, proposte o anche critiche (anzi ben vengano) su una giornata importante come quella dell’undici.
Vi aspettiamo!
p.s. come sempre, per non rimanere a bocca asciutta, dopo l’assemblea condivideremo oltre alle idee anche un buon bicchiere di vino e cibo genuino.
Collettivo S’idealibera

Breve resoconto dell’Assemblea pubblica del 23 giugno 2015 sulla sorveglianza speciale

Ci siamo ritrovati in tante e tanti al Terrapieno. Un momento di solidarietà, discussione, confronto e curiosità sulla richiesta di sorveglianza speciale fatta dalla questura ad un compagno. Circa una sessantina di persone si sono confrontate sul provvedimento, sul momento in cui arriva e sulle prospettive che animano le lotte di oggi e di domani.

Un aspetto che non lascia dubbi è sicuramente il rilancio delle lotte in corso e la piena solidarietà attiva al compagno attaccato.

La prospettiva di non fossilizzarsi sulla repressione in se ma invece continuare a lottare e portare avanti le diverse lotte da quella antimilitarista a quella antifascista è stato un pò il sunto del confronto e degli interventi tra i/le partecipanti all’assemblea.

Per questo una prima occasione di lotta e solidarietà sarà il giorno dell’udienza per la sorveglianza :

PRESIDIO DI FRONTE AL TRIBUNALE DI CAGLIARI IN PIAZZA REPUBBLICA DALLE H: 9.00.

MARTEDI’ 30 GIUGNO.

PARTECIPIAMO TUTTE E TUTTI E PASSIAMO LA VOCE

SORVEGLIARNE UNO E’ ATTACCARE TUTT*

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Comunicati di solidarieta’ con il compagno colpito dalla richiesta di sorveglianza speciale

Repressione….e’ civilta’?

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Per il 30 giugno è stata richiesta un’udienza per la sorveglianza speciale per un compagno.

La sorveglianza speciale(Legge n. 1423 del 27 dicembre 1956) e’ un provvedimento di limitazione della liberta’ basato sul codice Rocco e attualmente viene utilizzato per restringere il campo di azione di persone che secondo le forzate segnalazioni e chiacchiere poliziesche “mettono in pericolo l’ordine sociale” . Viene storicamente assegnata a figure di particolare interesse per la giustizia come elementi della criminalità organizzata o figure legate allo spaccio di droga. In momenti di particolare conflitto sociale viene estesa anche agli antagonisti politici come in questo caso. Gli ipotetici reati contestati vanno dall’antifascismo, alla lotta contro le basi militari, passando per cortei studenteschi, lotta contro i CIE, iniziative di solidarietà al movimento NOTAV, presidi sotto il carcere. Vengono citati “pericolosi” contatti con realtà anarcoinsurrezionaliste del nord italia e con il movimento NOTAV.

La richiesta di questo provvedimento ben si inserisce nel progetto di criminalizzazione del dissenso portato avanti in Sardegna, come nel resto d’Italia. Appena il livello delle contestazioni si è alzato in ambiti diversi, la questura ha risposto con provvedimenti ad hoc per tenere a freno le realtà di opposizione. Sono sempre in numero maggiore le città dove la polizia ha adottato questa strategia : Cremona, Saronno, Torino, Bologna, Genova dove per ora sono state tutte rifiutate, ed ora Cagliari.

Il neo-questore Dispenza con i suoi sgherri, togati o meno, si inserisce perfettamente in tutto questo con le sue interviste e le sue posizioni da Superman della legge, implacabile con i migranti così come con gli ultras e gli antagonisti.

La nostra risposta a tutta questa logica e’ l’istinto alla rivolta contro un esistente che non vogliamo e che non merita altro che la sovversione.

La nostra risposta a questi provvedimenti e’ continuare a lottare, con sempre maggiore determinazione contro questo stato di cose.

AL NOSTRO CARO COMPAGNO VA TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETA’

Sorvegliarne uno e’ attaccare tutt* e se si è attaccati si sa, la rabbia cresce, buona fortuna inquisitori.

Il Re è nudo

La vita è breve

Viviamo per rovesciare i Re.

Compagne e compagni

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Il 30 giugno si terrá un’udienza per la richiesta di sorveglianza speciale per un compagno da anni attivo nel Coordinamento Antifascista Cagliaritano. Tra le varie accuse mosse per giustificare la sorveglianza speciale vi è quella di essersi contrapposto ad alcune realtá neofasciste.
Per questo esprimiamo tutta la nostra complicitá e solidarietà.
Ma ad uno sguardo più attento è la stessa sorveglianza speciale a meritare la nostra attenzione in qualitá di antifascisti e antifasciste. Si tratta infatti di un provvedimento destinato non a chi ha commesso qualche reato, ma a chi è considerato pericoloso per l’ordine pubblico. Il provvedimento prevede una serie di limitazioni della libertá personale richieste ad hoc dalla questura che possono essere estremamente invasive: dal divieto di frequentare determinate persone, locali pubblici come bar, discoteche, circoli privati e altri locali affini, passando per il divieto di esercitare attività imprenditoriali e commerciali, sino al divieto di partecipare a pubbliche riunioni.  Non è un caso che questo provvedimento giudiziario abbia le sue origini all’interno del “Codice Rocco”, la legislazione del ventennio.
Spesso abbiamo dichiarato che il nostro scopo è combattere il fascismo nelle sue molte forme, per questo il 30 giugno ci saremo: la sorveglianza speciale non è altro che fascismo di stato.

Sorvegliarne uno è attaccare tutt*
Coordinamento Antifascista Cagliaritano

ASSEMBLEA CONTRO LA SORVEGLIANZA SPECIALE

La Cassa Antirepressione Sarda invita:

Martedì 23 giugno 2015, Cagliari, Terrapieno ore 19.00.

A una settimana dall’udienza per la sorveglianza speciale richiesta per un compagno di Cagliari, invitiamo tutti i solidali a un momento di confronto sui temi della repressione e in particolare sulle richieste di sorveglianza speciale che stanno piovendo in tutt’Italia e ora sono toccate a Cagliari.
SORVERGLIARNE UNO E’ ATTACCARE TUTTI.
A seguire aperitivo benefit per la Cassa antirepressione sarda
PARTECIPA E FAI GIRAREhfgfgf

RACCOLTA DI PENSIERI E COMUNICATI SUL CORTEO DELL’11 GIUGNO A DECIMOMANNU CONTRO LE BASI MILITARI

COMUNICATO DEL COLLETTIVO FURIA ROSSA

Ma quale black bloc? A Decimomannu la lotta l’abbiamo fatta tutti.

Giovedì 11 giugno a Decimomannu un corteo determinato è riuscito ad arrivare fino alle reti dell’aeroporto militare, a costo di confronti anche duri con le forze dell’ordine. Non eravamo tantissimi, circa 200 persone, ma tutti compatti e concentrati sull’obiettivodecimo1 di raggiungere le reti e dare un forte segnale, nonostante i 12 km di corteo sotto il sole cocente e in mezzo alla polvere e alle sterpaglie. I principali giornali sardi, impreparati di fronte a una reazione di questo tipo, dal momento che loro portano avanti continuamente una campagna di giustificazione della presenza delle basi in Sardegna, hanno iniziato a delirare sulla presenza di infiltrati del blocco nero provenienti dalla penisola.  C’erano persone provenienti dal Continente, compagni e fratelli che lottano contro le grandi opere o le basi militari nelle loro regioni,  ma nessun infiltrato e nessun membro del blocco nero.  Tutti quanti i partecipanti al corteo hanno condiviso la scelta di affrontare i manganelli della celere pur di arrivare fino alle reti, e chi si mette a volto coperto lo fa per tutelarsi da ritorsioni legali e personali. La prima carica della polizia è arrivata a freddo su un gruppo di manifestanti a volto scoperto e mani nude e ha avuto, come risultato la testa spaccata di un compagno di Cagliari. Nervosismo e paura, questa l’aria che si respirava tra le forze dell’ordine, che non si aspettavano minimamente un corteo così compatto nella scelta di resistere alle cariche e nel perseguimento dell’obiettivo. Giovedì  a Decimo non è stata messa in scena la classica rappresentazione del conflitto, giovedì il conflitto è stato reale. Certo, i numeri devono crescere, ma questo è stato un piccolo passo in avanti verso la formazione di un movimento ampio e popolare di lotta contro le basi, libero da una gestione politico-istituzionale.

A DECIMOMANNU C’ERAVAMO TUTT*!

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COMUNICATO DI ALCUNE PARTECIPANTI

A proposito della manifestazione dell’11 giugno contro le basi e delle notizie diffuse da alcune reti televisive (RAI3, Sardegna1 e Videolina).
Noi eravamo presenti. E’ stata una manifestazione partecipata, pacifica e gioiosa anche se disturbata dal continuo volteggiare di elicotteri che ci ronzavano intorno e dalla presenza eccessiva ed opprimente della polizia. Arrivati nei pressi della base notiamo la presenza di un numero rilevante di poliziotti in tenuta antisommossa, pronti all’attacco. Ci chiediamo se in uno stato
democratico una pacifica manifestazione possa essere intimidita e minacciata dalla presenza di un esercito in assetto di guerra! Arrivati alla recinzione della base un gruppo di manifestanti poggia le mani sulla rete e urla slogan contro le basi. E’ a questo punto che avviene l’inimmaginabile.
La polizia si avvicina minacciosa e ‘a freddo’ carica, in uno scenario incredibile: i poliziotti si scatenano a picchiare, minacciare e manganellare; noi impotenti urliamo “vergogna!” “Picchiatori” “perchè attaccate una manifestazione pacifica?”etc.., sconvolti da tali fatti e molto arrabbiati per la
brutalità e violenza cui assistevamo. Loro continuano a picchiare! Noi urliamo a voce sempre più
alta e vola anche qualche pietra, senza peraltro raggiungere l’ obiettivo e con il palese intento di bloccare tanta violenza. In un attimo siamo stati tutti circondati e contemporaneamente si è scatenata la caccia ai pochi che tentavano di avvicinarsi nuovamente alla recinzione della base.
Alcuni manifestanti avevano l’intento di aprire varchi? Non lo sappiamo e comunque non è rilevante e non ci interessa. Chi era presente ha visto violenze solo verso i manifestanti e i contusi e feriti sono stati tra noi; dopo di che si è scatenata la rabbia. Ma il nostro sdegno non finisce qui!
purtroppo conosciamo quale è spesso l’agire delle “forze dell’ordine”. E’ stato ancora più bruciante,seguendo i vari notiziari dell’ 11/06, sentire notizie false e tendenziose: c’erano più di 100 blackbloc venuti da non so dove; le forze di polizia sono state aggredite; tra le forze di polizia 11 contusi (ma dove erano? Noi abbiamo visto solo manifestanti feriti!) e, come conclusione, un
elogio della professionalità della polizia ed un ringraziamento per aver scongiurato una strage!!

I vari servizi non sono accompagnati da alcuna ripresa sulle cariche della polizia e nessun giornalista o fotografo delle vostre reti, che ci risulti, era presente. Quindi come potete asserire che i poliziotti sono stati aggrediti e, grazie a loro, si è scongiurato un grave pericolo? E’ forse “democrazia” criminalizzare il dissenso diffondendo notizie false? E’ forse “alta professionalità” manganellare pacifici manifestanti? Appare evidente quale sia stata la fonte ‘unica’ delle vostre
notizie. Siamo molto indignate. Vergognatevi.
Rosalba, Dina e Pierluisa

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COMUNICATO DEL FRONTE INDIPENDENTISTA UNIDU

“I manganelli italiani non fermeranno il riscatto della Sardegna”

Il Fronte Indipendentista Unidu ha partecipato questa mattina al corteo lungo la base militare di Decimomannu, indetto dalla rete “No basi né qui né altrove”.

Abbiamo verificato come le preoccupazioni fossero più che fondate: lo spostamento delle esercitazioni autunnali con lo strumentale zuccherino dello Stato è stato negli ultimi giorni finalizzato allo stigmatizzare la lotta contro l’occupazione militare agli occhi dell’opinione pubblica e, al contempo, allentare la tensione in vista del corteo a Decimomannu.

Dopo gli ambigui comunicati dell’Aeronautica, le menzogne su esercitazioni inventate dai sardi – al contrario si tratta di una base militare in piena, impattante e redditizia attività – abbiamo assistito alla chiusura del cerchio. I manifestanti hanno subito un attacco gratuito da parte delle forze di occupazione italiane schierate a difesa della Base.

Non è nostra intenzione attirare il pietismo del popolo o dello Stato colonizzatore e ribadiamo che la cultura del manganello italiana si è mostrata per quello che è, per gli interessi che persegue e dobbiamo prendere coscienza che non può essere diversamente. Sappiamo che questo trattamento è inevitabile verso chi si oppone all’imbruttimento del nostro Popolo, all’occupazione militare del territorio, anche con un semplice scuotere le reti a mani nude.

Denunciamo l’attacco dello Stato e richiamiamo il nostro Popolo alla massima attenzione e mobilitazione, consapevoli che se la reazione dello Stato è tale, significa che la via intrapresa è quella giusta. Il Fronte Indipendentista Unidu ribadisce massimo sostegno alla lotta contro l’occupazione militare e rispedisce al mittente la repressione; esprimiamo solidarietà al manifestante fermato da parte della polizia.

I manganelli italiani non fermeranno il riscatto della Sardegna

Fronte Indipendentista Unidu

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PENSIERI DI UNA PARTECIPANTE

Ricordo il giorno in cui le mie maestre di scuola elementare, nonché catechiste, portarono me e i miei compagni di classe “in gita” all’officina della guerra, la base militare di Decimomannu. Vai di walkman, marsupio, fonzies e felicità, da bere mi sa non ce n’era bisogno perché ce l’avrebbero offerto i militari.
Ero piccola, forse in quinta, perciò 10 anni, in classe avevo il fiocco rosso e il grembiule tutti giorni, tranne il giorno della gita. D’altro canto si stava andando in una base militare, quindi eravamo liberi perfino di vestirci come volevamo.
Ricordo poco, solito giochetto della memoria, cancella delle cose e ne conserva altre. Ho in mente la macchina fotografica usa e getta che avevo comprato per conservare nel tempo quella grande esperienza. Avevo fatto tante foto, una era con i miei compagni di classe, le maestre, i gerarchi militari e l’aereo dietro di noi, il tutto in un bello sfondo buio. Quel rullino l’avevo pure stampato e l’unica cosa romantica era il bianco e nero della foto. Ricordo che il mio migliore amico del tempo era impazzito di felicità e aveva detto di voler guidare gli aerei militari, per fortuna ora fa il miele e monta pannelli solari.
Le maestre erano le stesse che si emozionavano quando mi sentivano ripetere la storia della caduta del fascismo in Italia, che nel sussidiario era il mio capito preferito. Un pò di confusione nelle menti dei formatori. I militari l’ho capito solo dopo cosa fossero.

Torno alla base militare di Decimo ora, a 30 anni, proprio qualche giorno fa, 11 giugno. Anche stavolta ho qualcosa da portarmi appresso. Non più il walkman da ascoltare sola ma un furgoncino che spara musica per tutti, il marsupio è diventato uno zaino grande, i fonzies li ho sostituiti con dei panini e acqua molta acqua.
Torno lì sempre coi miei compagni, che sono molti di più e stavolta la figata è che non ci sono maestre. Stavolta però i militari non ci hanno accolto e neppure fatto entrare dentro la base, nè offerto de bere, ci hanno caricato e aggredito.
Stavolta non faccio la foto abbracciata ai militari, col cazzo, stavolta li guardo e ho la nausea, e odio tanto odio.

L’educazione alla guerra con cui hanno provato a plasmarmi è servita solo a farmi crescere una forte necessità antimilitarista, etica prima di tutto e pratica poi.

Ps: stavolta le foto mi sa che le hanno fatte loro, solo che stavolta nessuno li abbracciava…

 

AGGIORNATO – Richiesta la sorveglianza speciale per un compagno di Cagliari

Abbiamo scoperto che la questura di Cagliari ha avanzato la richiesta della sorveglianza speciale per un compagno cagliaritano. L’udienza è fissata per il 30 giugno.

Non abbiamo ancora vuto tra le mani le carte per capire a cosa si siano appigliati i questurini, sicuramente notiamo come la prassi di queste richieste vada diffondendosi su tutto il territorio italiano, dopo Torino, Genova, Saronno e Bologna ecco che ora è toccato a Cagliari.

Seguiranno aggiornamenti, nel frattempo vi suggeriamo questo bel corto preparato dai compagni di Torino nella campagna di solidarietà agli otto compagni a cui è stata richiesta la sorveglianza.

Aggiornamenti:

Ieri mattina i questurini si sono presentati a casa del compagno per consegnarli il fascicolo inerente la richiesta della sorveglianza.

La richiesta firmata dal questore Filippo Dispenza, è di due anni di sorveglianza, condita da rientro notturno, firme, divieto di frequentazione di pregiudicati, riunioni pubbliche, locali pubblici eccetera, in più hanno aggiunto il divieto di intraprendere attività commerciali cercando così di negare al compagno in questione la possibilità di mantenersi visto che il lavoro che normalmente svolge rientra in questa categoria.

Gli ipotetici reati contestati vanno dall’antifascismo, alla lotta contro le basi militari, passando per cortei studenteschi, lotta contro i CIE, iniziative di solidarietà al movimento NOTAV, presidi sotto il carcere. Vengono citati “pericolosi” contatti con realtà anarcoinsurrezionaliste del nord italia e con il movimento NOTAV.

Si sono dimenticati che ATTACCARNE UNO VUOL DIRE ATTACCARE TUTTI!

Solidarietà al compagno inquisito.

Solidarietà a tutti quelli che lottano.

LA SORVEGLIANZA SPECIALE NON FERMERA’ LE LOTTE

Sul corteo antimilitarista dell’11 giugno all’aeroporto militare di Decimomannu

L’irruzione all’interno del cosiddetto “limite invalicabile” fa parte della storia del movimento sardo per la liberazione dalla servitù militare, sin dall’occupazione delle terre di Pratobello, Orgosolo 1969.

L’invasione del poligono di Capo Frasca, il 13 settembre scorso, ha rappresentato un momento importante di rilancio per questa pratica, una ripresa che ha contribuito a ottenere importanti risultati, come la riduzione delle giornate di bombardamento e l’annullamento o lo spostamento di tre imponenti esercitazioni militari internazionali.
Questi recenti successi devono aver provocato non pochi pensieri e preoccupazioni alle autorità politiche e militari, e questo probabilmente spiega l’atteggiamento duro e provocatorio che la polizia ha tenuto nella giornata dell’11 giugno. Infatti il corteo è stato caricato appena pochi minuti dopo il suo arrivo alle reti dell’aeroporto.

Di fronte alle aggressioni, alle provocazioni poliziesche, alle ripetute cariche e ai lanci di pietre da parte dei militari, i manifestanti hanno dato prova di grande dignità e determinazione resistendo a lungo, mantenendo la pressione lungo il perimetro della base e rifluendo tutti insieme.

A questa bella giornata di lotta, cui hanno partecipato gruppi e individui da tutta l’isola e dal resto d’Italia, sono seguite dichiarazioni minacciose delle autorità di polizia, che parlano di “massacro” per poco evitato, arresti imminenti e vaneggiano di “infiltrati black bloc” spuntati nel bel mezzo delle campagne decimesi.

Questo patetico tentativo di criminalizzazione non può fermare la volontà di liberazione che anima il nostro movimento né cambiare le nostre strategie perché chi vive di guerra non va lasciato in pace.

Stiano sicuri questi signori che faremo di tutto affinché “non sussistano le condizioni per operare con serenità”, preoccupatevi.

Rete no basi né qui né altrove