Archivi del mese: gennaio 2018

Solidarieta’ ai detenuti di Badu e Carros

Il 30 gennaio un gruppo di compagne e compagni ha improvvisato un presidio sotto le mura del carcere nuorese per dare sostegno allo sciopero dei detenuti partito il 22 Gennaio contro i recenti provvedimenti dell’aguzzina di turno Luisa Pesante direttrice arrivata dal carcere di Sulmona.

Si sono alternati botti e saluti luminosi di vario tipo anche se data la distanza risulta difficile la comunicazione con i prigionieri. Nonostante questo qualche saluto e qualche fischio sono arrivati a scaldarci il cuore.

Dopo circa un’ora si sono palesati i secondini vicini alle recinzioni,che come moderni Rambo si sono avvicinati con le pistole in mano.

Mentre l’ultimo gruppo di compagne e compagni andava via un’Audi bianca fiammante arriva sgommando alla fast and furious facendo scendere due accaniti poliziotti penitenziari che si palesano dicendo di essere i “secondini pezzi di merda”con un certo orgoglio. Inizia così un fermo, lungo diverse ore, in cui si alternano accuse per delle scritte contro le galere e gli aguzzini in divisa comparse lungo le mura del carcere,  identificazioni, perquisizioni a persone e veicoli, verbali, inviti in questura e tanto tanto freddo.

Nonostante il fermo,poco piacevole, è importante ricordare quanto per noi sia importante la presenza fuori dalle carceri in una regione come la Sardegna sempre piu’ Cayenna d’ Italia.

La nostra solidarietà va a tutte le prigioniere ed a tutti i prigionieri perchè pietra su pietra le galere vadano giu’ e perchè da una scintilla di lotta si alzi un grande fuoco di rivolta contro le carceri, in Sardegna come dappertutto.

Fuoco alle galere.

 

 

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Sardegna – Afrin, Perché ci riguarda?

Pubblichiamo un contributo inviatoci via mail:

– il tentativo delle popolazioni del Rojava di darsi una propria forma di autorganizzazione, basata sul rispetto delle etnie, sulla partecipazione popolare,

sull’autodifesa e sulla crescita dei valori di uguaglianza rappresenta, pur con le naturali contraddizioni imposte anche dal contesto di guerra in cui si è realizzato, un esempio importante. Ogni popolo che decide di resistere alle oppressioni e ai genocidi perpetuati dagli Stati e cerca di vivere secondo un’esistenza pacifica e solidale è un popolo da sostenere ed appoggiare. In un contesto dominato dalle azioni imperialiste degli Stati che usano i diversi attori in loco per mantenere i propri interessi economici, in un contesto dominato da forze islamiste radicali (da sempre finanziate e usate dai medesimi Stati imperialisti) che impongono regimi di terrore e sfruttamento sulle popolazioni, in un contesto dominato dall’imposizione di regimi che, più o meno con denominazioni democratiche, si basano su una gestione verticistica e autoritaria del potere, il tentativo dei curdi di resistere e creare un modello sociale di convivenza e autogoverno è un’esperienza con cui vogliamo essere solidali.
– le guerre degli ultimi anni nel contesto del Medio Oriente rappresentano l’ennesimo esempio della politica imperialista degli Stati Occidentali; politica di rapina e sfruttamento, tesa a ridisegnare gli equilibri territoriali per avere al potere servi sempre più accondiscendenti, porte sempre più aperte sullo sfruttamento delle risorse, borse sempre più ricolme di soldi delle multinazionali della guerra e delle aziende delle cosiddette “ricostruzioni post guerra”. La resistenza dei curdi ha rappresentato un tentativo in direzione contraria a questo processo. Questo processo non è stato e non è privo di contraddizioni, come tutti i processi che il reale vogliono mutare, ma rimane il sacrificio di un’intera popolazione di lottare per la propria esistenza e libertà.
– le migliaia di migranti che negli ultimi anni sono arrivati sulle nostre coste (ed immessi nella catena del business dello sfruttamento) sono il frutto di queste guerre lontane, ma forse non così tanto. L’esperimento curdo rappresenta un tentativo di opporsi a questi conflitti e soprattutto di creare un modello sociale basato sulla convivenza solidale e pacifica, contro le logiche di sopraffazione e conquista. Sostenere questo esperimento significa quindi opporsi alle guerre di oggi e del domani, significa opporsi alle logiche imperialiste che stanno condannando migliaia di persone a morire nei confini libici, nei mari, nei centri per migranti, nei campi di lavoro.
– la nostra terra è da sempre terra di sperimentazione ed esercitazione dei signori della guerra: quelli in giacca e cravatta delle multinazionali e quelli in divisa degli eserciti. Le armi usate nei conflitti in Medio Oriente vengono prodotte e testate da aziende italiane (prima su tutte Leonardo/Finmeccanica) nei nostri territori, vendute poi a Stati e macellai di varia specie. Opporsi a questo ennesimo genocidio significa opporsi alla politica della militarizzazione e alla logica del profitto sulla pelle delle persone.
– la nostra storia è fatta di dominazione coloniale e annientamento della propria identità. La storia dei curdi è altrettanto storia di colonialismo feroce da parte dello Stato turco che da anni, dopo i massacri sulle popolazioni, porta avanti una politica di deculturazione forzata, di negazione dell’identità curda e di pulizia etnica. Sostenere il popolo curdo significa sostenere la stessa lotta per l’autodeterminazione che vogliamo per la nostra terra.
E’ necessario, ora più che mai, dimostrare la nostra solidarietà rivoluzionaria ai nostri compagni che combattono sul fronte e al popolo curdo che lotta per la propria autodeterminazione. Riteniamo necessario l’uso di qualunque mezzo per attaccare lo Stato imperialista turco, le sue strutture e i suoi uomini presenti sui territori in cui viviamo. Continua a leggere

Nuoro, detenuti in sciopero al carcere di Badu e Carros

Dal 22 Gennaio i detenuti tutti del carcere nuorese di Badu e Carros sono in stato di agitazione. Le motivazioni risiedono nel comportamento della nuova direttrice dll’istituto Luisa Pesante(di cui consigliamo una lettura dei suoi trascorsi facilmente reperibile su internet) che avrebbe eliminato almeno 100 prodotti alimentari dalla lista della spesa compresa la farina, perchè, a suo dire, il possesso della farina insieme ad altri agenti lievitanti servirebbe a confezionare ordigni esplodenti.

Oltre all’assurdità della motivazione, che porrebbe i panettieri in una posizione imbarazzante è da evidenziare come l’utilizzo del potere da parte degli aguzzini delle carceri sia una delle prerogative della tirannide dello Stato. Eliminare alimenti,tra cui la fondamentale farina, è un gesto che fa presagire un pessimo inizio per l’operato della nuova direttrice proveniente dal carcere di Sulmona(nella foto sotto).750300_20141213_pesante.jpg.pagespeed.ce.nMEH4NOfH4

Uno degli altri provvedimenti è stato quello di proibire le chiamate straordinarie, che invece il suo predecessore aveva autorizzato. La furba direttrice ha fatto passare un foglio che magari insieme ad altri è stato firmato per distrazione, fretta…chissa’ da moltissimi detenuti ed in cui sembrasse una richiesta volontaria il blocco delle chiamate straordinarie. Alcuni piu’ attenti hanno presentato dei ricorsi.

Ora i detenuti fanno sentire la loro voce con lo sciopero del carrello e battiture tre volte al giorno, la direttrice dal canto suo ha presentato formale ammonizione per tutti i detenuti in sciopero.

 

 

Chi sono i principali frequentatori della sede di Casapound?

Sabato scorso si è svolta all’interno della sede di CPI in via La Nurra, una serata di tesseramento, probabilmente in vista delle elezioni. Per sapere chi fossero gli invitati vi consigliamo di guardare attentamente la foto sottostante inviataci da un residente della zona non proprio felice di tutte queste presenze puzzolenti.

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Pare che questi grandi cassonetti blu fossero ai quattro angoli della strada, mica male no???

Tagli alla Vitrociset

La Vitrociset, tanto decantata dai difensori dell’indotto dell’occupazione militare della Sardegna come una manna dal cielo, taglia il personale. Evidentemente alcune delle notizie riportate nei mesi scorsi da media regionali e amministratori locali erano delle fandonie belle e buone, utili solo a prendere in giro i dipendenti dell’azienda. Si era parlato di una mega postazione di lancio missilistico in territorio di Villaputzu supervisionata proprio dai tecnici della Vitrociset e invece proprio ieri è diventata ufficiale la notizia che da ora al 2020 sono previsti dai 10 ai 25 esuberi.

I lavoratori hanno dichiarato lo stato di agitazione, definiscono questa notizia una “pugnalata al cuore”. A noi non ci viene da dire ben vi sta.

A furia di elemosinare lavori di merda questi servi si sono ridotti a essere completamente succubi dell’industria di guerra, se il vento tira dalla parte giusta bene (per loro), altrimenti tutti a casa.

Esemplari sono le parole scelte per questa vicenda dal sindaco di Villaputzu Sandro Porcu. “Come paese stiamo dando tantissimo al poligono e alle aziende che ruotano attorno. Ci aspettiamo una ricaduta occupazionale sempre maggiore sul territorio, invece sentiamo parlare di tagli”.

Sassari, arrestati per occupazione di casa e furto di energia elettrica

Sono stati arrestati, e rilasciati dopo l’udienza per direttissima, due persone che sono state accusate di furto di energia e occupazione abusiva di stabili, tradotto in lingua sincera sono stati arrestati due fra quelli che da un pò di tempo avevano occupato una scuola abbandonata a Buddi Buddi vicino a Sassari.

Lo sgombero non ha incontrato resistenza, sbirri e personale dell’Enel hanno potuto fare il loro sporco lavoro senza troppi intoppi.

La scuola pare che fosse stata divisa in tre parti e abitata da tre famiglie, i cui componenti sono stati tutti denunciati per occupazione abusiva. I giornali regionali non sapendo come giustificare l’operato delle forze dell’ordine spostano l’attenzione sui presunti 45 mila euro di furto di energia perpetrato dalle famiglie (come faranno a quantificarlo lo sanno solo loro…) e sulla “poca sicurezza” dell’edificio, non menzionando che fine hanno fatto ora queste famiglie. Che da stanotte saranno senza il tetto sulla testa che li ha riparati negli ultimi tempi.

Sarà anche vero che è più probabile che crolli un tetto vecchio e magari malandato, piuttosto che una stella, ma mi sembra anche giusto che ognuno scelga cosa avere sopra la testa nella sua vita. E credo che visto che il romanticismo è finito nel dimenticatoio le stelle in questo caso non piacciono a nessuno, e a gennaio un tetto sia gradito da quasi tutti.

Chissà giornalisti, sbirri e operai dell’enel che cosa ne pensano? Secondo voi dove dormiranno questi signorotti stanotte?

Bruciata l’auto di un maresciallo dei carabinieri a Sestu

Dai media regionali apprendiamo la notizia di un incendio, di probabile natura dolosa, all’auto privata di un Maresciallo dei carabinieri a Sestu.

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Scritte sul comando militare della Sardegna

Ignoti stanotte hanno vergato delle scritte con vernice rossa sui muri del Comando militare della Sardegna di via Torino. Pare che gli esecutori siano riusciti ad allontanarsi prima che i militari si accorgessero del fatto. L’Unione come al solito copre i militari, non riportando il contenuto delle scritte (ma riportandone il colore…), ma il fatto stesso che non vengano citate ne conferma la matrice politica.

Ricordiamo che il comando militare è situato in uno dei quartieri storici della città, ed è da sempre un punto sensibile. Nel ’92, durante l’operazione di occupazione militare Forza Paris, un potente ordigno esplosivo danneggiò pesantemente la parete su via Principe Amedeo. Più recentemente è stato oggetto di scritte e attacchinaggi di materiali antimilitaristi, per uno dei quali divers* antimilitarist* sono stat* denunciat*.

Tir del DSV sulla s.s. 130 in direzione RWM

Oggi pomeriggio verso le 16 è stato avvistato un tir della DSV, multinazionale danese dei trasporti e logistica, lungo la s.s.130 in direzione ovest.

La DSV proprietaria anche della Saima Avandero è una delle ditte specializzate nel trasporto di materiali pericolosi. A confermare il sospetto che il tir fosse diretto alla RWM c’erano i segnali di pericolo per trasporto esplosivi attaccati sul retro del mezzo.dmeu_ac300_1_1_1_std.lang.all

Tutt’attorno

Riceviamo e pubblichiamo:
Ristrutturazione del Welfare e nuove frontiere dell’esclusione e dell’inclusione sociale
 
Il mondo in cui viviamo è scosso da cambiamenti profondi: i territori in cui ci muoviamo, i volti e le facce che incontriamo sono snaturati dalle ristrutturazioni e dalle nefandezze che il sistema capitalista impone.
Per questo a volte è importante fermarsi a riflettere sui luoghi dove abitiamo e sulle persone che abbiamo intorno.
Abbiamo scelto di approfondire il tema del Welfare convinti che sia una delle prospettive privilegiate per capire come al giorno d’oggi si stiano trasformando e inasprendo le frontiere dell’esclusione sociale e la geografia degli spazi su cui interveniamo.
Se da una parte si può affermare che la fetta di benessere disponibile per ammansire le classi sfruttate si stia assottigliando sempre più, dall’altra occorre guardare alle nuove strategie, non solo repressive, che lo Stato mette in campo per mantenere quella pace sociale, che è cagione proprio del Welfare.
Queste pagine non sono da intendersi come uno studio esaustivo sul tema né come un’opera di sociologi. Sono piuttosto riflessioni nate dai contesti di lotta in cui interveniamo, da alcune intuizioni lì incontrate che abbiamo poi cercato di sviluppare.
Proprio per questo ci auguriamo che aprano una discussione e un approfondimento.
Torino, gennaio 2018
Per ricevere copie, inviare critiche e contributi: tuttattorno@autistici.org