Archivi del mese: dicembre 2014

Capodanno sotto il carcere

Spostati in una zona industriale dimenticata, lontana e puzzolente, con la scusa di celle nuove e lussuose…di un nuovo super mega carcere all’avanguardia, in cui però la mensa non funziona, il personale è incopetente, i servizi per i parenti scarsi e mal funzionanti.

Vorrebbero che ci dimenticassimo dei prigionieri, che la prigione e la prigionia rimanessero una cosa per quelli che per tanti motivi ci finiscono in mezzo, e per tutti gli altri la città: bella luccicante e lucente ma anche maleodorante di merda, proveniente dai palazzi del potere, dai negozi di lusso, dalle caserme e questure, dal menefreghismo, questo vogliono, hanno tolto il carcere dal centro della città dove almeno seppur attraverso mura e sbarre si poteva festeggiare il capodanno, (o una partita del cagliari o un compleanno o chissà cosa) insieme a i propri cari e amici chiusi la dentro. Invece ora il nuovo carcere è a 20 km, vicino a una discarica e in mezzo a campi eolici, non si può più arrivare sotto le mura perchè c’è una recinzione.

carcereSe già gli anni scorsi passavamo la mezzanotte insieme a amici e sconosciuti, prigionieri di questa società, quest’anno lo dobbiamo fare ancora di più, farci sentire, e fargli sentire che non sono soli.

CAPODANNO SOTTO IL CARCERE

31 DICEMBRE 2014 ORE 23.30 CARCERE DI UTA

PER CHI VOLESSE PARTIRE DA CAGLIARI IN CRICCA, O E’ SENZA PASSAGGIO, CI VEDIAMO SOTTO BUONCAMMINO LATO SINISTRO ALLE 23.00

Cassa Antirepressione Sarda

Chiara, nicco, claudio e mattia ai domiciliari

Apprendiamo che Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, in carcere dallo scorso 9 dicembre per l’attacco No Tav al cantiere di Chiomonte, sono stati trasferiti ai domiciliari con tutte le restrizioni.

Liberta per tutti e tutte!
Francesco, Lucio e Graziano liberi!
Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò nelle strade!

SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI

Passeggiata DENTRO la base

Stamattina, accompagnati da un fresco vento di maestrale, una settantina di persone si è ritrovata fuori dal cancello del poligono di Teulada di Porto Tramatzu.

Ad aspettarci c’era, come previsto, un nutrito gruppo di forze dell’ordine, di vario tipo e forma: slanciati (non proprio tutti) e casual agenti della digos, eleganti carabinieri, goffi celerini e mimetici soldati, questi ultimi sempre ben dietro le reti. Come annunciato dalla chiamata, alle loro insistenti domande su quale fosse il programma della giornata l’unica risposta datagli è stata: una passeggiata.

Così dopo aver permesso a tutti di arrivare verso mezzogiorno il gruppo si è spostato passeggiando lungo la recinzione della base in direzione della spiaggia, pedinato da fuori e sorvegliato da dentro il poligono. Giunto in spiaggia, che per l’occasione era stata agghindata da numerosi cartelli “divieto d’accesso zona militare limite invalicabile”, il corteo si è spostato verso ovest avvicinandosi al confine della zona militare, che però, proprio in quel punto è mal segnalato così quasi tutti i partecipanti sono immancabilmente finiti dentro la base.

Muovendosi tra stradine, ginestre e cisto, ogni tanto si poteva incontrare un celerino o un digossino che tentava invano di sbarrare la strada, nel giro di pochi minuti diversi gruppi si aggiravano nella prima vallata di territorio militare. Non ci è voluto molto a capire quale fosse la parte della montagna usata come bersaglio per tiri d’arma leggeri, e se ci fosse stato un dubbio le decine di bossoli sul suolo lo hanno tolto. Dopo vari giri i gruppi sono ritornati verso la spiaggia eludendo quasi del tutto i “posti di blocco” degli sbirri. Tornati in territorio demaniale, è stata fatta un’assemblea-pranzo e nel primo pomeriggio tutti sono tornati a casa.

Una poiana di Porto Tramatzu

 

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ComeArrivarePortoTramatzu

Nasce lo Studentato occupato a Cagliari

Il 12 mattina, alla fine del corteo per lo sciopero generale un numeroso gruppo di studenti ha occupato la vecchia scuola G.Manno in Castello, abbandonata da anni, riaprendola alla città per diventare un luogo di aggregazione e di sviluppo di percorsi culturali e politici.

Questo il comunicato diffuso il giorno seguente:

12 Dicembre non un passo indietro.
Nasce lo Studentato Occupato Sa Domu

Ieri mattina circa 350 studenti tra medi e universitari hanno deciso di riappropriarsi di uno dei tanti posti abbandonati o lasciati all’incuria presenti in città: la scuola media Manno di via Lamarmora, nel quartiere di Castello, uno stabile abbandonato al degrado da più di tre anni. Da subito sono intervenute le forze dell’ordine che hanno minacciato denunce e uno sgombero imminente, ma successivamente anche il preside della scuola e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda sono arrivati allo studentato occupato. Abbiamo avuto un incontro con entrambi ai quali abbiamo spiegato i motivi che ci hanno spinto a quest’azione e i problemi che vivono tutti i giorni gli studenti e gli universitari di Cagliari e zone limitrofe. Al termine di questi incontri abbiamo ottenuto, molto probabilmente per lunedì, un incontro tra gli studenti occupanti e le istituzioni: il presidente dell’Ersu, Luca Funedda, l’assessore regionale alla pubblica Istruzione Claudia Firino, e il sindaco di Cagliari. Lo abbiamo fatto per contestare i continui tagli all’istruzione, contro il Jobs Act, che ci costringe ad un futuro lavorativo sempre più precario, contro le scuole fatiscenti , contro i tagli alla formazione sempre più schiaccianti che verranno probabilmente accentuati con l’approvazione della “Buona Scuola” e contro la mancanza di alloggi per gli studenti universitari fuori sede (solo 725 posti letto nelle case dello studente a fronte dei 15.000 studenti fuori sede presenti). Lo abbiamo fatto anche perché sentiamo il bisogno di uno spazio indipendente di ricerca e formazione, che possa essere un laboratorio politico, culturale e sociale, aperto agli studenti e a tutta la cittadinanza e slegato dalle logiche di profitto che stanno trasformando le università e le scuole in aziende, invece che un luogo di formazione e condivisione di saperi. Nei prossimi giorni all’interno dello spazio organizzeremo iniziative e momenti di confronto aperti a tutto il quartiere.

Studentato Occupato Sa Domu

studentato

Sentenza di primo grado per Chiara, Claudio, Mattia e Nicco

Stamattina nell’aula bunker Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò sono stati condannati in primo grado, per i reati specifici da loro rivendicati come azione di resistenza all’alta velocità, a 3 anni e 6 mesi, contro la richiesta di nove anni per l’aggravante di terrorismo inoltrata dalla coppia Padalino e Rinaudo.

TUTTI LIBERI! ORA E SEMPRE NO TAV!

F 35, lo stabilimento di Novara spera di diventare l’unico centro di manutenzione.

Ecco qualche numero da un articolo de La Stampa, a fronte di un investimento di miliardi di euro si pala di qualche decina forse qualche centinaio di operai da tutto il mondo. Ecco una volta di più svelati i miti dell’indotto dell’industria bellica. Sembra una storia già sentita da queste parti….

Sono 160 i dipendenti Alenia che oggi lavorano a Cameri: una trentina di impiegati e il resto quasi tutti giovani operai apprendisti. Poi vanno aggiunti circa 100 «trasfertisti», sempre di Alenia, che arrivano tutti i giorni da Caselle, una sessantina di statunitensi dipendenti di Lockheed Martin (20 operai e 40 impiegati, quasi tutti residenti in case in affitto ad Arona) e una cinquantina di romeni con contratti interinali, che abitano in hotel a Novara. In tutto circa 370 addetti, parecchi meno dei 600 di cui si parla.

A fornire i numeri è il segretario generale della Fim Cisl per il Piemonte orientale, Rolando Bianchin, che ha appena stravinto le elezioni per la Rsu, ottenendo due delegati su tre (l’altro è andato alla Uilm, nessuno a Fiom Cgil e Ugl). Questo personale lavora sulle linee di produzione dei cassoni alari e di assemblaggio degli F35 e, in parte, alla manutenzione di Tornando e Eurofighter.

Previsioni complicate

Difficile fare previsioni su quel che accadrà quando si aggiungerà anche la revisione degli F35: «Credo che il numero di persone possa raddoppiare» azzarda Bianchin. Siamo assai lontani dalle cifre circolate ancora in questi giorni (fino a 10 mila assunzioni), ma sono posti che ora si possono considerare fissi e non destinati a esaurirsi con la fine dei lotti di produzione: «Questo è uno stabilimento consolidato, con lavoro garantito almeno per 30-40 anni».

Date e mappa

L’adesione dell’Italia al progetto F35 (già JSf) risale al ’98 col Governo D’Almea. L’attività alla Faco è partita nel 2012. Gli interventi di manutenzione, dal 2018, saranno relativi solo ai velivoli e il polo di Cameri sarà affiancato da un altro inglese, «in supporto». La revisione dei motori è stata assegnata alla Turchia, con Olanda e Norvegia «in supporto». Fabio Ravanelli, presidente dell’Associazione industriali, accoglie con grande favore la decisione che «dà sollievo al nostro territorio e avrà un importante indotto, con ricadute su commercio e servizi». «Per la provincia – dice – è una boccata d’ossigeno. Non possiamo che esserne lieti in un momento così difficile. Non stiamo parlando di una fabbrica di caramelle e questo significa due cose. Primo, non è un’attività poco qualificata ma di elevatissima tecnologia, con ricadute positive. Secondo, capisco le perplessità sulla produzione simile ma se non fosse qui sarebbe altrove e dunque meglio così».

Se queste sono le valutazioni dal punto di vista qualitativo, da quello quantitativo Ravanelli aspetta a sbilanciarsi: «E’ difficile fare previsioni con tanto anticipo sui posti di lavoro che si potranno creare. Dobbiamo ancora capire la dimensione della commessa»

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Teulada, nella base esercitazioni “live” Ecco cosa prevede il progetto Siat

Dall’Unione Sarda di oggi 8/12:

Il programma richiederà nel complesso un impegno finanziario di circa 20 milioni di euro.

Il Poligono militare di Capo Teulada potrebbe essere utilizzato per un progetto denominato Siat (sistema di simulazione) che prevede esercitazioni “live” con l’impiego di unità sia sul terreno che simulate, consentendo il collegamento anche con altri sistemi similari già presenti in Europa. Programma che nel complesso richiederà un impegno finanziario di circa 20 milioni di euro, fra aspetti tecnologici e infrastrutturali, è quanto ha reso noto il Comando militare autonomo della Sardegna. “Oltre alla possibilità di generare ulteriori posti di lavoro nell’isola – hanno spiegato i militari – dove sarà ubicato il sistema principale, il Siat consentirà di implementare collaborazioni con le istituzioni presenti sul territorio offrendo innumerevoli vantaggi e occasioni di sviluppo grazie alle possibili forme di cooperazione con enti di ricerca e istituti universitari che fanno della ricerca tecnologica il loro principale ambito di applicazione”. Il progetto Siat non prevede aumento di attività a fuoco “ma al contrario consentirà di ridurre l’impatto ambientale delle attività militari diminuendo il numero di quelle a fuoco proprio attraverso l’impiego degli apparati di simulazione. Ciò permetterà di conseguire comunque il necessario livello addestrativo richiesto per il successivo impiego delle unità in operazioni. In ogni caso il progetto, prima di essere approvato e successivamente avviato, sarà sottoposto all’esame del Comipa, in aderenza alle disposizioni normative, per essere discusso nelle forme e con le modalità previste”. “L’Esercito – hanno concluso i militari – è impegnato in un serio sforzo di razionalizzazione in chiave riduttiva della spesa, mantenendo inalterata la propria operatività e rispettando le esigenze ambientali delle comunità locali”.

 

La Maior è ripartita

Il 4 Dicembre la Maior era in rada fuori dal porto di Sant’Antioco, in questi giorni è attraccata e ha caricato i mezzi che erano sul molo, non sappiamo con certezza a quale brigata o corazzata appartenessero. Stamattina è ripartita.