Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di risposta a quello pubblicato della band “malepeggio” in merito alle violenze di genere agite da un componente della stessa.
Mettiamo i puntini sulle I
Sentiamo costantemente usare come giustificazione ad un atto di violenza il rapporto intimo tra due persone e scusiamo i gesti violenti o le prassi di violenza psicologica come atti d’ira o come scatti di gelosia : siamo tutti e tutte figli e figlie del patriarcato che ci ha fatto nascere e ci ha divisi tra vittime e carnefici.
La consuetudine deve essere smantellata, tassello per tassello. Un fraintendimento non giustifica una spinta ed una spinta non deve essere sminuita.
Non si tratta di una questione personale tra gli attori di questa vicenda, chi ha subito non è solo la persona tirata in causa ma sono state tante donne a essere vittime di questa sua violenza.
La violenza non è solo fisica ma anche psicologica e non dobbiamo e non vogliamo dimenticare che accanto a chi ha perdonato ed è andata avanti ci son tante altre che ancora fanno i conti con ciò che hanno passato.
Anche noi speravamo che non ci fosse altro da aggiungere, ma a quanto pare la sofferenza di diverse donne vale meno di un concerto e noi a queste regole non sottostiamo.
Premettendo che la decisione di mandare via la persona sia stata presa dalle compagne, incluse le compagne soggette di violenza, e premettendo che la decisione che lui non fosse presente all’assemblea sia stata presa dalle compagne che hanno vissuto in prima persona queste molestie e che non se la sentivano di averlo accanto in un momento così difficile, vogliamo ribadire che il complotto non è contro il mostro ma è per la nostra libertà di non ricevere pressione fisica e mentale, toccatine di culo, lingue in bocca o semplici insulti. Pretendiamo di non dover giungere ad un compromesso per la nostra libertà.
Da quel momento si è chiesto alle persone che portano avanti le lotte condivise di prendere posizione, che non è con o contro di lui, ma con o contro la violenza di genere spesso banalizzata e portata sottilmente avanti da tante persone, con argomentazioni che spesso giusficano solo dei fatti specifici.
Siamo tutte abituate a subire, siamo tutte abituate a perdonare perchè siamo figlie sane del patriarcato anche noi.
Non vogliamo raccontare tutte le cose che ci sono state fatte, perchè aprire un vaso di pandora che siamo riuscite a chiudere con grande difficoltà non è piacevole.
Non essere credute, essere sminuite, è un ingiustizia e dover sottostare ai giochi mentali per cui dobbiamo sempre accantonare le nostre sofferenze è un processo che vogliamo demolire, la decisione perciò stavolta è nostra perchè decidiamo con coscienza di riprenderci ciò che c’è stato tolto tantissimi anni fa: la decisione di essere libere e di non avere più paura di stare in strade buie, discoteche e tutti gli altri luoghi che viviamo, compresa la casa e ancora di più gli spazi liberati.
L’antifascismo e l’antisessismo si dimostrano con i fatti, non basta il ritornello di una canzone.
Non esistono episodi lievi o non lievi di sessismo, dal patriarcato ci si deve liberare e non fingere di farlo, perchè se fossimo tutti redenti allora non avremmo bisogno di una lotta di liberazione di genere, invece purtroppo la lotta è appena iniziata.
La nostra lotta contro chi crede di potersi comportare come vuole con il genere femminile, non è boicottaggio ma rabbia. Siamo donne stufe e arrabbiate di chinare la testa e fino a quando ogni persona non si libererà del macigno che si porta a presso noi continueremo con i nostri pipponi femministi.
Noi continueremo a stare nelle strade, nei quartieri di questa città rivendicando ogni giorno la scelta che abbiamo preso l’anno scorso.
Noi staremo con le donne che difendiamo dagli sfratti, che conosciamo nelle università e in tutti i posti che frequentiamo.
La rivoluzione sarà femminista o non sarà.
Siamo disponibili per ogni chiarimento e alleghiamo comunicato pubblicato subito dopo l’accaduto.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=632005246993801&id=315212415339754
Le compagne di Cagliari
Per chi volesse leggersi la porcheria che hanno scritto i Malepeggio può visitare la loro pagina facebook.
Per dovere di cronaca: i fatti risalgono a un anno e mezzo fa, quando vennero a galla le ripetute violenze di genere che un componente della band aveva agito su diverse donne. Questo individuo, mai pentito delle sue azioni, è stato allontanato da tutti i giri e spazi di movimento della Sardegna e in alcuni casi anche nel resto della penisola. I tentativi di chiarimento con il resto della band si sono verificati inutili, o meglio hanno mostrato come l’Oi sia per queste persone ben più importante dell’etica e degli ideali di libertà e giustizia che dicono di avere. Il comunicato pubblicato da poco è il maldestro e patetico tentativo di recuperarsi una credibilità, per sperare di avere ancora qualche posto dove suonare. Siamo fiduciosi che così non sarà.