La prima udienza del processo per il presidi a Buoncammino del 2013, è stata la prima volta da quando Paolo è stato arrestato che molti fra compagni, compagne e amici potevano vederlo e salutarlo non tramite corrispondenze. La voglia di chi era in una parte dell’aula e di chi era in manette ben scortato dai secondini è stata reputata troppa dal Caposcorta Fidanza Canio, che ha ben pensato di redarre una relazione di Servizio e inviarla a nientepopodimenoche: al G.I.P., al Ministero della Giustizia, al Provveditorato regionale, al magistrato di Sorveglianza e all’ufficio educatori di Cagliari.
La relazione è un racconto fantascientifico (per i termini utilizzati) di quanto accaduto tra l’aula e i corridoi del tribunale, i protagonisti di questi eccezionali momenti di tensione sono una cinquantina di soggetti appartenenti presumibilmente a gruppi anarchici e antagonisti (e già viene da ridere a pensare chi abbia dato la soffiata sulla composizione del gruppo all’impavido secondino, per non parlare dei problemi nel far di conto…), Todde Paolo e il personale di Pol.pen.. Estraendo parti dal verbale ecco come vengono descritti i fatti:
Ripetutamente questo gruppo di anarchici tentava di entrare in contatto col detenuto, mettendo in gravi difficoltà il personale di Pol.Pen. addetto alla scorta….il detenuto chiedeva al giudice di effettuare un breve saluto ai familiari ….mi accingevo a permettere quanto autorizzato…mentre organizzavo l’uscita dal palazzo di giustizia del detenuto Todde….una signora cercava di forzare il blocco posto dallo scrivente…. e proferendo le seguenti testuali parole: “non rompete i coglioni” cominciava ad agitarsi e ad urlare rischiando di provocare gravissimi problemi di ordine pubblico.
Nel contempo il detenuto Todde urlava per farsi sentire dal gruppo…svelando il tragitto che stavamo per percorrere al fine di permettere agli anarchici di creare problemi di ordine pubblico. Grazie all’abilità del personale di Pol.Pen. presente, il pericolo dell’insorgere di criticità veniva fortemente limitato, tuttavia è da segnalare da parte del Todde il tentativo di scatenare disordini durante tutto il tragitto percorso per abbandonare il tribunale. In particolare lo stesso si girava chiamando ripetutamente gli anarchici presenti, urlava, fischiava, cercando di fomentare proteste.
Il tutto si segnala, oltre che per eventuale procedimento a disciplinare a carico del Todde, anche per evidenziare la professionalità del personale di scorta, e per apportare tutti gli accorgimenti per eventuali traduzioni future del Todde.
Raramente riportiamo le scartoffie di sbirri e giudici, ma ogni tanto la retorica sbirresca merita veramente di essere citata in tutta la sua poetica. Specialmente se questa riguarda il tentativo da parte di amici e compagni di avvicinarsi per qualche secondo a un caro compagno in carcere da mesi. Il modo in cui poi vengono descritti i fatti è emblematico della volontà di creare “un caso” intorno a questo piccolo fatto, ma che piccolo potrebbe non risultare se il procedimento disciplinare andrà avanti.
Non è una questione di vittimismo. Paolo sa bene come siano fatti i secondini e quale sia la linea da non superare se non si vuole iniziare ad assaporare lo scontro con questi. Ha scelto di fregarsene e di far sentire la sua voglia di libertà e di attaccamento ai suoi compagni, i quali hanno fatto la stessa scelta. Una volta di più ci siamo accorti di quanto le maglie della repressione siano strette, di quanto ogni momento sia buono per una denuncia o un rapporto. Questo non fermerà le nostre lotte e la nostra solidarietà. Paolo Libero. Tutte Liberi.