Archivi del mese: novembre 2011

Denuncia lo stupro e finisce al Cie Storia di Adama, donna e clandestina

Una senegalese in Italia dal 2006 derubata, aggredita e ferita: “Senza documenti regolari non potrai cercare aiuto”, le diceva il compagno che la picchiava. “Ridatele la propria vita, liberatela” chiede Migranda nella giornata contro la violenza


Denuncia lo stupro e finisce al Cie  Storia di Adama, donna e clandestina

Quando ha chiamato i carabinieri per denunciare di essere stata derubata, stuprata e ferita alla gola dal suo ex compagno le hanno controllato i documenti. E poiché non aveva le carte in regola, l’hanno rinchiusa al Cie, il centro di identificazione ed espulsione, di Bologna. È la storia di Adama, donna migrante arrivata in Italia nel 2006, lasciando quattro figli in Senegal da mantenere. La storia che nella Giornata contro la violenza alle donne le associazioni Migranda e Trame di Terra denunciano a gran voce: “Una doppia violenza come donna e come migrante”. Con un appello, che corre in rete (www. migranda. org), a tutte le donne e alle istituzioni cittadine: “Liberate subito Adama dal Cie, concedetele un permesso di soggiorno che le consenta di riprendere in mano la propria vita”.

Adama è finita al Cie di via Mattei il 26 agosto scorso. Prima ha vissuto a Forlì, lavorando come operaia nell’attesa di ottenere il permesso di soggiorno. Un suo connazionale le ha trovato casa, è diventato il suo compagno, ma ben presto l’uomo, nel racconto drammatico della donna che parla la lingua wolof, si trasforma nel suo aguzzino. Che usa la legge Bossi-Fini come ricatto. “Mi picchiava con schiaffi, pugni e percosse quotidiane, e mi ripeteva fino all’ossessione che il mio essere clandestina mi avrebbe impedito

di cercare aiuto”, le parole della donna raccolte nella denuncia, accompagnata dal ricorso contro la sua espulsione, che l’avvocato ha presentato dopo essere riuscito parlare con lei al Cie, insieme ai medici e a un interprete.

CIE, LA DIRETTRICE: “Se dice il vero la tuteleremo”

Una richiesta di incontro, presentata dopo che la storia della donna è arrivata al Coordinamento migranti, alla Prefettura il 16 settembre. E accordata solo il 25 ottobre. “Ogni giorno lì dentro per Adama è un giorno di troppo – protestano le associazioni – per quattro anni Adama è stata derubata del suo salario, ha subito violenze da un uomo che ha usato la sua clandestinità come arma in suo potere. Quando ha dovuto rivolgersi alle forze dell’ordine, l’unica risposta è stata la detenzione”.

Gli stessi medici nella perizia scrivono: “La sua compromessa situazione psicologica non è compatibile con la sua permanenza al Cie”. È il dramma dei clandestini. “La Bossi-Fini obbligando le questure ad eseguire le espulsioni fa sì che le persone vittime di reato non possano esercitare i loro diritti nel processo, garantendo impunità ai criminali”, spiega l’avvocato. È il dramma di Adama. Di fronte al quale non si può tacere.

Milano – Resoconto presidio e aggiornamenti dal cie di via Corelli

da Informa-Azione

riceviamo e diffondiamo

Sabato 19/11/2011 circa una  cinquantina di solidali ha deciso di spezzare l’isolamento delle mura del C.I.E. di via Corelli.
Ci siamo così ripresi lo spazio davanti alla sbarra dell’ingresso, cogliendo di sorpresa i militari che presidiano l’entrata del Cie. Dopo aver dato inizio ad una battitura sul gare rail, la risposta da dentro è
stata immediata con un susseguirsi di battiture, urla e fischi.
Abbiamo continuato con interventi in  italiano, arabo, francese, spagnolo e portoghese,  che aggiornavano sulle ultime rivolte nei cie d’Italia, ricordando il caso di Nahed e Mohamed, processati recentemente e
condannati a 8 mesi con la condizionale, per aver tentato la fuga  di Corelli. I due ragazzi sono quindi stati scarcerati e riportati dentro al c.i.e., le nostre parole erano anche per loro. Gli interventi erano inframezzati da musica arabeggiante, In tutta risposta chi di dovere ha deciso, come ricatto verso la nostra presenza, di negare ai parenti dei reclusi il colloquio con loro, fintanto
che noi non ce ne saremmo andati.
Contenti di aver determinato noi l’andamento della giornata, dopo circa un’ora e mezza di presidio, abbiamo fatto l’ultimo saluto con  urli di entrambi  lati delle mure di Libertà! Libertà! con lancio di petardi e
fuochi d’artificio, con la certezza di tornare presto a farci sentire…
A sostegno di chi si ribella!

Aggiornamenti ultime notizie sul cie di via corelli a milano

05/09/”11 Rivolta in corelli. Una cinquantina di reclusi sale sul tetto e tenta la fuga per la libertà. Nahed e Moahamed vengono arrestati in seguito alla sommossa e processati.

10/10/”11  50 deportati da Malpensa a Tunisi 26-27/10/”11 Due giorni di sciopero della fame
Continuano ad esserci gesti di autolesionismo

15/11/”11 Si conclude il processo a Nahed e Mohamed con il verdetto della sentenza ad una condanna di 8 mesi con la condizionale, quindi sospensione della pena e ritorno al cie.
Nahed al ritorno al cie, chiede di essere espulso al più presto, in quanto non riesce più a sostenere la situazione.

15/11/”11 Nella mattinata avviene una delle solite perquisizioni, vengono trovati e sequestrati dei cellulari, alcuni di loro si ribellano e commettono gesti di autolesionismo, in tre con manette vengono portati all’ospedale e poi riportati al cie
In questo periodo c’è stata un’ondata di arrivi e affollamenti dei cie conseguente agli sbarchi di Lampedusa

19/11/”11 Presidio davanti al cie di via corelli “molto rumoroso” Nahed, come richiesto, viene espulso insieme ad altre persone

Nella notte del 20/11/”11 due “ribelli” sono riusciti ad evadere dalle mura di corelli

Uomini e donne, contro le gabbie

Bologna, 20 novembre
«In sole ventiquattr’ore due tentativi di fuga dal Cie
Due gruppi di immigrati hanno cercato di evadere dal Centro. Ma entrambi gli episodi si sono conclusi senza successo.

Due tentativi di fuga in meno di ventiquattro ore al Centro di identificazione ed espulsione di Bologna. Nel primo, avvenuto ieri, un gruppo di immigrati ha scardinato una porta e ha tentato con questa di forzare le sbarre. Dopo dieci minuti di tentativi, militari e forze dell’ordine sono riusciti a fermarli.
Nella notte il secondo tentativo, organizzato in modo più “scientifico”: mentre un gruppo (composto sia da uomini che da donne) distraeva gli agenti colpendoli con un fitto lancio di oggetti, un altro tentava con una corda composta da lenzuola di arrampicarsi fuori dalla struttura.
Nonostante il lancio che rendeva complesso avvicinarsi ai fuggitivi, anche in questo caso nessuno è riuscito a scappare.
Nel settore femminile sono stati anche accesi piccoli incendi subito spenti. La polizia ha spiegato che nessuno è rimasto ferito

La Repubblica – Bologna 

Nuovo Numero di SA TIRIA , N°3

http://www.mediafire.com/?fp6k3olq20gf398
PAGINE 1 E 4

http://www.mediafire.com/?56e4879b92n5w68
PAGINE 2 E 3

ALLEGHIAMO LA QUARTA USCITA ( MA E’ IL NUMERO 3) DI SA TIRIA, CHE PER LA SECONDA VOLTA NON E’ SOLO UN FOGLIO MA BENSì DUE.

GLi ARGOMENTI TRATTATI SONO:

RADAR, PISQ, ROMA 15 OTTOBRE, TRENO CASTOR, ZAD (storia di una resistenza popolare francese), ISOLA DI JEJU (storia di una resistenza antimilitarista dalla corea).

INVITANDO TUTTI A INVIARCI E SUGGERIRCI CORREZIONI E CONSIGLI, VI AUGURIAMO BUONA LETTURA.
RICORDIAMO CHE LA REDAZIONE E’ APERTA E CHE CHIUNQUE VOLESSE PARTECIPARE, SIA ALLA STESURA DELL’INTERO GIORNALE, SIA CON UN SINGOLO CONTRIBUTO SCRITTO, FOTOGRAFICO O DISEGNATO, NON DEVE FAR ALTRO CHE SCRIVERCI.
LEGGI, STAMPA, INOLTRA E DIFFONDI.

Riprendono gli sbarchi dei clandestini Nel mare di Teulada bloccato barchino

I militari della Guardia di Finanza hanno intercettato, al largo di Capo Teulada, un barchino con a bordo quattordici giovani stranieri.

Le difficoltà maggiori le avevano ormai affrontate, lasciandosi alle spalle gran parte del canale di Sardegna dopo aver abbandonato la loro terra. Restava da navigare ancora per una decina di miglia prima di sbarcare sulle coste dell’Isola ed è qui, al largo del promontorio di Capo Teulada, che un gruppo di extracomunitari provenienti dal Nordafrica è stato intercettato da un pattugliatore d’altura G127 della Guardia di Finanza di Cagliari. Erano in quattordici, tutti giovani, rannicchiati su un barchino in legno motorizzato con fuoribordo da quaranta cavalli. Infreddoliti ma in buona salute nonostante le lunghe ore trascorse in mare aperto. Nella notte sono stati accompagnati nel centro di prima accoglienza di Elmas.

Ultimi minuti di vita di Saidou Gadiaga

DA RADIO ONDA D’URTO:

Radio onda d’urto, CTV, l’Associazione Diritti per tutti, il sito senegalese di informazione xelmi.org hanno deciso, con il consenso dei familiari, di pubblicare integralmente il video contenente le immagini dell’agonia e degli ultimi minuti di vita di Saidou Gadiaga, detto El Hadji.

Questa scelta, consapevoli della drammaticità e della sofferenza che questa visione provoca, è stata fatta auspicando che, come accaduto nei casi di Federico Aldrovrandi e Stefano Cucchi, questo doloroso passaggio possa contribuire a ricostruire la verità sulla morte del nostro fratello senegalese e ad ottenere giustizia.

Sabato 12 novembre corteo a Brescia per chiedere verità e giustizia per El Hadji, oltre che per ribadire – a un anno dalla lotta sopra e sotto la gru di San Fasutino – il nostro no al razzismo istituzionale e la necessità di sbloccare quanto prima i permessi di soggiorno per tutti e tutte!

clicca qui sotto per il video integrale su ctv, telestreet di Brescia:

http://ctvmail.org/tubo/video/6K5M2R28WH93/ultimi-minuti-di-vita-di-Said…