Archivi del mese: luglio 2016

L’alba alla RWM

Oggi all’alba una quarantina di persone hanno salutato il primo sole davanti alla fabbrica di bombe della RWM a Domusnovas. Per l’occasione probabilmente l’azienda ha preferito spostare un turno lavorativo evitando così il contatto tra manifestanti e operai.

Lo schieramento delle forze di repressione è stato imponente :  5 camionette antisommossa, varie pattuglie, unità cinofile,digossini in quantità e una spruzzata di guardia di finanza con l’aggiunta dell’elicottero ormai immancabile nelle giornate di lotta degli antimilitaristi.

la mattinata è trascorsa tranquilla con un’attento sguardo degli sbirri che scrutavano con eccessivo zelo anche chi si spostava per i suoi bisogni fisiologici.

La lotta alla RWM continua.

A Cagliari i militari varano l’operazione “estate sicura”

Ieri mattina nella zona del Poetto, spiaggia e quartieri di Cagliari e Quartu, carabinieri e militari hanno varato “un’operazione straordinaria di controllo”. L’operazione si è svolta tramite diversi posti di blocco lungo il litorale, elicottero nei cieli e addirittura uno sbarco in spiaggia.

Appare ovvia l’inutilità di un tale dispiego di mezzi per controllare patenti e libretti o al massimo trovare qualche cannetta nello zaino dei sedicenni diretti alla prima fermata. Appare ovvio anche il senso profondo di queste operazioni-esercitazioni, cioè quello di tentare di abituarci sempre di più alla presenza di carabinieri, militari e polizia nei momenti più vari della nostra vita. Vedere uomini in mimetica armati di mitra mentre in infradito ci apprestiamo a mangiarci il cucciolone può sembrarci oggi strano, ma l’abitudine arriva in fretta, proprio come ci siamo abituati in fretta a vedere quotidianamente la celere in piazza Yenne e Matteotti o la Brigata Sassari al porto. L’infiltrazione della militarizzazione nella società e nelle città è cosa lenta, ma chi se ne sta occupando non perde occasione per muovere le sue pedine. Lo scorso weekend durante il festival Mondo Ichnusa sono stati schierati per la prima volta fuori dal capoluogo i corpi antiterrorismo, che vennero assegnati a Cagliari all’indomani degli attacchi parigini dello scorso novembre. Tanto per capirci si tratta di robocop con il passamontagna e un fucile di un metro in mano…

Sarebbe il caso di trovare tanti modi a varie intensità per continuare a far sentire poco graditi questi omini in divisa per tenerci le città il più libere e pulite possibile, i motivi per farlo sono tanti e i modi pure, qualcuno ha iniziato, bisogna continuare.

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–PRESIDIO– Viveri liberi dalla necessità di fabbricare armi. –PRESIDIO–

STOP RWM

La fabbrica di armi di Domusnovas-Iglesias, di proprietà della RWM s.p.a, settore della Rheinmetal Defense, ha un ruolo centrale nella produzione e vendita di armamenti e ordigni a paesi coinvolti in conflitti bellici in tutto il mondo.

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40 milioni di euro il giro d’affari dell’export di armi e munizioni, bombe comprese, dalla Sardegna verso il resto del mondo nel 2015 (10 milioni in più rispetto al 2014) Continua a leggere

Sabato 23 corteo ANTILEGHISTA, Cagliari Piazza Matteotti

Il 23 luglio il gruppo cagliaritano di Noi con Salvini ha intenzione di fare un corteo da Piazza Matteotti al palazzo del Consiglio Regionale al grido di ‘Stop Invasione’. Tutto ciò avviene a una settimana dall’omicidio di Fermo in cui Emmanuel, richiedente asilo politico nigeriano, ha trovato la morte per mano di un simpatizzante leghista e militante di Casapound.

Molte sono le associazioni fasciste che tramite le affermazioni dei loro componenti non hanno disconosciuto il gesto e difendono tutt’ora un assassino razzista. Tra questi troviamo anche gli esponenti isolani di Noi con Salvini promotori del corteo del 23. Fascisti e razzisti pretendono di scendere in piazza a Cagliari , mascherando grossolanamente, da proposta di buon senso a vere e proprie campagne di guerra fra poveri, veicolando lo stesso odio razziale che che è stato alla base del vile omicidio di Emmanuel.

La situazione di Piazza Matteotti, dove decine e decine di migranti trovano alloggio in attesa di varcare il mare e continuare il proprio viaggio, rappresenta il pretesto su cui riversare l’odio contro i migranti. Piazza Matteotti è un capro espiatorio per le inutili e controproducenti politiche su accoglienza e libertà di movimento, cavalcato ad arte da politici opportunisti reazionari, vigliacchi dal “negro di merda” facile e luogo di pubblicità e visibilità per Salvini e i suoi amici neofascisti. Le istituzioni, il comune, la prefettura e la Regione sono complici della situazione di stallo che tanti migranti vivono nella nostra terra. Alcuni abbandonati, altri stipati in ostelli o agriturismi dispersi nell’isola, altri dati in mano a cooperative che fanno tutt’altro che gli interessi dei migranti per accaparrarsi fondi pubblici, quando non rinchiusi dentro le carceri, che le chiamino CIE o CARA. Se le stesse istituzioni responsabili della condizione infami in cui vengono costretti a vivere i migranti si spingeranno fino a permettere la provocazione razzista di noi con Salvini, saremo noi tutti assieme a impedirla!

NOI SIAMO CON I MIGRANTI, BLOCCHEREMO LA PARATA RAZZISTA DI NOI CON SALVINI!

Vogliamo libertà di circolazione per i migranti che sostano in piazza Matteotti o che si trovano alloggiati in altre strutture di fortuna della città e che aspettano di prendere la nave per spostarsi nel Nord Italia e in Europa, in cerca di una vita dignitosa o per ricongiungersi con i propri parenti e amici.

OPPONIAMOCI ALLE IDEE XENOFOBE, ALLE DISCRIMINAZIONI DI OGNI SORTA, FERMIAMO LA LEGA E OGNI RAZZISMO.
LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE PER TUTTI E TUTTE, TRANNE CHE PER FASCISTI E RAZZISTI!

Il sabato 23 luglio il Coordinamento Antifascista, occuperà piazza Matteotti per impedire che si possa svolgere la marcetta xenofoba. Dalle 12:00 saremo lì. Sarà organizzato un pranzo nell’attesa che arrivino i leghisti, rimarremo lì per impedire il loro concentramento.

FACCIAMO UN APPELLO a tutti i cagliaritani e le cagliaritane, singoli e realtà organizzate o associative a riempire quella piazza per bloccare assieme con determinazione il corteo razzista lanciato da Noi Con Salvini.

Cagliari non tollera di essere teatro della propaganda razzista di nessuno.

Succedeva 24 anni fa..

Il 15 Luglio del 1992 venne varata dallo stato italiano una delle più imponenti operazioni di militarizzazione interna degli ultimi decenni. L’operazione Forza Paris, che portò in Sardegna migliaia di soldati di leva, principalmente concentrati nel nuorese.

La scusa ufficiale era mettere un freno alla diffusione della criminalità in alcune zone della Sardegna, dove proprio pochi giorni prima era stato rilasciato dopo 7 mesi Farouk Kassam (in circostanze ancora oggi poco chiare, in particolare il ruolo ricoperto da Mesina nella trattativa tra lo stato e i rapitori). Le motivazioni con il passare del tempo cambiarono, i vertici militari dichiararono che si trattava di una vastissima esercitazione militare, che nel suo svolgersi avrebbe aiutato le forze dell’ordine a presidiare dei territori che ancora sfuggivano al controllo capillare dello stato. I soldati avrebbero imparato a muoversi in un territorio selvaggio, avrebbero aiutato l’istituto geografico militare a ritracciare le mappe e i sentieri di montagna, quei sentieri dove “i banditi” si muovevano con precisione e destrezza umiliando la lenta goffaggine delle divise italiche.

Il 15 Luglio sbarcarono quindi i primi 4000 soldati che andarono a sistemarsi in campi alle periferie di piccoli paesi del centro Sardegna. Di li a poco l’operazione prese corpo, le zone del centro Sardegna divennero un pullulare di brufolosi soldatini spaesati e confusi.

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Quest’operazione fu seguita immediatamente dopo da una analoga in Sicilia (i vespri siciliani) in seguito alla strage di via D’Amelio, negli anni recenti abbiamo visto situazioni simili ad esempio a L’Aquila subito dopo il terremoto del 2009. Nonostante la distanza geografica e di tempo queste operazioni militari hanno tutte dei tratti comuni, è lo stato che mostra i muscoli, a volte contro se stesso(vedi la mafia), a volte contro un nemico che non esiste, più spesso per portare con la forza quello che la democrazia non riesce imporre, in Sardegna in particolare il riconoscimento individuale e collettivo, nello stato e dello stato.

L’operazione Forza Paris, definibile in tutti i suoi aspetti un’operazione coloniale, fallì miseramente. Il 22 Settembre del ’92 i militari si rimbarcarono con la coda tra le gambe, senza aver ottenuto alcun risultato se non l’inamicizia, o a volte qualcosa di più, delle genti sarde. I due mesi e poco più di presenza dei contingenti militari furono costellati da una miriade di piccole e grandi azioni di ostilità nei confronti delle divise. Senza una logica riconoscibile e catalogabile ovunque e in ogni modo fu fatto capire ai militari che non erano graditi. Nel giro di poche settimane la missione divenne un incubo per i soldati di leva, che avevano paura ad allontanarsi da soli o in pochi dai campi, che non riuscivano a dialogare con la gente del posto. La diffusione e l’imprevedibilità degli attacchi mise in crisi l’esercito, che non era pronto ad essere attaccato in queste forme così asimmetriche e che chiaramente erano condivise e coperte da buona parte della popolazione. Si potrebbe scrivere moltissimo su quanto interessanti furono quei due mesi dell’estate del ’92, queste poche righe chiaramente non bastano, ma sperano di far ricordare o scoprire una pagina di antimilitarismo recente, troppo spesso rimasta nascosta.

Per concludere un breve elenco dei principali attacchi ai militari durante l’operazione Forza Paris:

21 Luglio, Lula, alcune bombe a mano e diverse fucilate contro le abitazioni del sindaco e vicesindaco, spiegate con la scritta “no a sos militares”, i due amministratori si erano esposti a favore dell’operazione militare.

22 Luglio, Belvì, incendiata una littorina delle ferrovie complementari, rivendicata con “Fuori l’esercito dalla Sardegna”.

8 Agosto, Mamoiada, fucilate intimidatorie contro un gruppetto di militari.

16 Agosto, Lula, bomba SRCM lanciata in mezzo a un gruppetto di militari, feriti lievi. Rivendicata da “sos istentales”.

20 Agosto, Lula, dopo aver fatto saltare un traliccio ENEL viene fatto saltare il municipio, rivendica “Fronte per l’indipendenza della Sardegna”.

27 Agosto, Iglesias, viene rinvenuto un ordigno inesploso nei pressi della caserma, nei giorni precedenti c’erano stati momenti di altissima tensione tra i ragazzi del posto e allievi carabinieri.

30 Agosto, Cagliari, bomba al comando militare di Via Torino. Rivendicata da “Sos istentales e Fronte popolare per l’indipendenza della Sardegna”.

Vi furono decine di altri attacchi di varia entità, le indagini portarono a delle perquisizioni, risultate poi inutili.

Per approfondire “Forza Paris, fallimento di un’operazione coloniale. Dossier Sardegna il conflitto nascosto” Ed. Arkiviu Bibrioteka T. Serra.

 

Le poste deportano i migranti

Dai siti di informazione locale apprendiamo che la notte scorsa è stata attaccata la sede delle poste di via Zagabria a Cagliari. L’attacco si collega, come dice l’articolo stesso, alla campagna nazionale contro la complicità delle poste italiane nelle deportazioni. Infatti è la compagnia aerea Mistral Air che da anni gestisce l’appalto dei rimpatri imposti dallo stato italiano.

Nell’attacco sono state rotte diverse vetrate, messo fuori uso il bancomat e lasciata la scritta “le poste deportano i migranti”.

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Questi i link degli articoli:

http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/07/11/cagliari_raid_anarchico_contro_le_poste_deportano_i_migranti-68-514319.html

http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=30902

Interrotto seminario della Marina Militare all’università di Cagliari

Questo pomeriggio, nell’aula magna della cittadella universitaria dell’ateneo cagliaritano, si sarebbe dovuto svolgere un seminario Antinquinamento organizzato fra gli altri dalla Prefettura di Cagliari, dall’ ISPRA, dall’ateneo di Cagliari, dalla SARAS e dalla Marina Militare.

Nell’aula magna alle 15, orario di apertura del seminario, erano presenti decine di militari della marina, militari semplici, finanza, carabinieri, vigili del fuoco, croce rossa italiana, protezione civile e l’immancabile DIGOS. Alle 15 e 10, in una aula magna gremita, prende la parola la rettrice Del Zompo, per congratularsi con gli organizzatori del seminario e ringraziare tutti i presenti, prima che termini l’intervento ecco che dal pubblico si leva una voce che chiede di poter parlare, la Del Zompo prima nega, poi incalzata da un certo rumoreggiare, concede l’intervento. Uno studente dell’ateneo chiede a questo punto come mai l’università di Cagliari si presti come appoggio politico e logistico per una conferenza di questo tipo, organizzata dai militari e dalla più grande raffineria del mediterraneo, cioè le due più grandi e gravi cause di inquinamento dell’isola che organizzano un seminario ANTINQUINAMENTO. Il colmo. Inoltre l’intervento ricorda il ruolo che i militari hanno non solo in Sardegna ma anche nei vari teatri di guerra, dove uccidono ogni hanno migliaia di uomini e donne. A questo punto lo stupore generale viene ulteriormente provocato, si alzano un’altra ventina di persone, che srotolano uno striscione (la vera bonifica: cacciare militari e saras) e iniziano a urlare tutto il loro disprezzo verso i militari e non permettono l’inizio del seminario. Andrà avanti così per un’ora, con maldestri e vani tentativi della rettrice e della DIGOS di calmare gli antimilitaristi. Verso le 16 la rettrice prenderà per l’ennesima volta il microfono questa volta non più per tentare di riprendere la presentazione, ma per comunicare che il seminario sarebbe stato spostato in un’altra aula della cittadella. Lentamente e a testa china i militari escono dall’aula, ancora più lentamente ma sempre urlanti escono anche gli antimilitaristi.

Spaesati i primi cercano di capire dove sia la nuova aula, alcuni prendono la via della macchina, gli antimilitaristi escono volantinando agli studenti e scandendo gli ultimi slogan.

Ancora una volta si può dire in faccia ai militari: pitticca sa figur’e merda!!

A Foras!

Comunicato sul Pride 2016

Riceviamo e diffondiamo:

“L’Orgoglio, la rabbia e la piazza che non c’e’ “
Siamo un gruppo di gay sardi, non conformi, abbiamo partecipato al “Pride Sardegna 2016”, che si e’ tenuto a Cagliari il 25 Giugno.
Queste le nostre considerazioni sulla giornata:
Come succede da qualche anno, anche questa volta i grandi cartelloni pubblicitari così come i manifesti che pubblicizzavano l’iniziativa hanno svelato un grande anonimismo, mancavano le parole forti, pesanti, come gay e lesbica o transessuale, lasciando il posto a un generico PRIDE, un orgoglio generalizzato quanto anonimo. Orgoglio di chi? di cosa? non era chiaro senz’altro dai manifesti e dalle brochure, molto piu’ evidenti gli sponsor: Tiscali, Arborea, Radiosintony ecc.. Così come i patrocinanti: Regione autonoma della Sardegna; Presidenza del consiglio regionale; Comune di Cagliari. e i vari supporters:  E.R.S.U.; CTM; F.I.C.C,  ecc…Tutto tranne la parola GAY, Lesbica, Trans..

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Pratosardo, la caserma nuorese viene ufficialmente assegnata alla Brigata Sassari

La Ministra Pinotti ha ufficializzato che la caserma di Pratosardo sarà occupata da ottobre in poi dalla Brigata Sassari.

Questo ennesimo aumento della militarizzazione della Sardegna mantiene il carattere che ha accompagnato, come minimo, gli ultimi sette decenni, cioè un concerto di menzogne provenienti da ogni ambito e livello istituzionale, che cercano di convincerci in ogni modo che la novità sarà una cosa buona e giusta per la nostra terra.

La Pinotti dichiara “La presenza dei militari in Sardegna è importante e ha anche delle ricadute economiche”, il sindaco di Nuoro Andrea Soddu “Questa è una grande notizia per la città e il territorio. Finalmente ci siamo riusciti grazie alla cooperazione con i soggetti che a vario titolo si sono impegnati per arrivare alla definizione dell’accordo siglato nel 1997” , il deputato Roberto Capelli “Ringraziamo il ministro Pinotti per l’impegno preso e per aver ribadito l’impegno dei suoi uffici, attraverso un tavolo di concertazione, per la predisposizione dell’accordo tra Stato e Regione per rideterminare la presenza militare in Sardegna. Presenza definita importante anche dal punto di vista economico. Tra gli impegni presi c’è anche quello di lavorare con la Regione per una definizione delle attività dei poligoni con una riduzione dell’attività di fuoco e un aumento di quella simulata”.

Insomma sembra che l’arrivo sull’isola di qualche centinaio in più di militari sia un affare economico per tutto il nuorese, che l’apertura di una caserma sia una fonte di prestigio e cultura per una città, ma ancora meglio che l’aumento del contingente militare sull’isola in realtà porti a una generale riduzione delle attività militari. Strano ma vero. L’unica cosa che ci vien da dire è che mai come in queste situazioni non dobbiamo stare a guardare.

A FORAS.