Archivi del mese: novembre 2016

Solidarietà per le compagne e i compagni colpiti dalla repressione a Torino

Alle 6 del mattino di oggi 29 novembre, i soliti infami in divisa sfondano la porta dell’asilo occupato, e con i loro soliti imbrogli riescono ad entrare anche nell’occupazione di Corso Giulio 144, oltre che in varie case di compagni e compagne torinesi.

Non è certo la prima volta che i compagni impegnati nella lotta agli sfratti nel capoluogo piemontese vengono colpiti da un operazione repressiva come questa: quest’oggi sono stati 13 i fermi, di cui 4 tramutati in arresto e 9 in divieti di dimora, misura a cui la magistratura di Torino negli ultimi tempi si è parecchio affezionata.

Il mandante dell’operazione è il PM Padalino, noto infame, mentre la firmataria è la GIP Bianco, incattiviti per il “fattaccio” contestato ai compagni. Si tratta di un picchetto antisfratto del 2 maggio in via Baltea nel quartiere di Barriera di milano (http://www.autistici.org/macerie/?p=32008), i capi d’imputazione sembrano essere resistenza a pubblico ufficiale e porto d’armi improprie. Questa operazione come tutte le altre nei confronti dei ribelli Torinesi, vuole ancora una volta allontanare, disgregare e annientare le lotte portate avanti nel territorio, eliminare chi è attivo in questi campi, terrorizzare chi ancora non lo è, rendere più semplice il lavoro dei vari strozzini del capitale e padroni di una città che sempre di più punta a una riqualificazione delle zone periferiche provando a spazzare via con ogni mezzo chi gli si mette contro.

La miglior risposta sono le lotte e la solidarietà.

Per questo noi come complici e solidali, stiamo e staremo vicini ai nostri amici e compagni colpiti dai vari divieti e arresti.

Tutti/e liberi/e.

Per altre informazioni seguire lo streaming su Radio Blackout

http://radioblackout.org/streaming/

appuntamento alle 17 e 30 all asilo.

Compagni e compagne di Cagliari

29/11/2016

Rovereto, altre 7 macchine delle poste italiane bruciate + aggiornamento

E’ notizia di qualche giorno fa (23 novembre) che 7 macchine delle Poste Italiane sono andate distrutte in un incendio. Questa volta è accaduto a Rovereto, a meno di un mese dalle 9 bruciate a Trento. In un muro del parcheggio è stata lasciata la scritta: “MISTRAL AIR BASTA DEPORTAZIONI”.

Foto e video delle auto bruciate a Rovereto:

imageNel frattempo è uscita (informa-azione.info) la rivendicazione dell’attacco del 7 novembre:

“TRENTO. NELLA NOTTE TRA 7 E 8 INCENDIATE 9 AUTO DI PI. BASTA DEPORTAZIONI. PER GLI ARRESTATI DI SCRIPTA MANENT. IGNIS ARDENS”

Questo un video delle auto bruciate a Trento:

Non solo analisi del testo

Riceviamo e pubblichiamo questo contributo sul corteo del 23, ricordiamo che per scrivere a nobordersard la mail è: nobordersard2016@gmail.com

Ieri la pioggia mi ha aiutata a districare i pensieri che il vento a CapoFrasca ha mischiato con molte cose.

La giornata di mercoledì lunga e intensa lascia un segno forte di lotta che non smette mai, che oggi rileggendo la cronaca sul giornale di ieri trovo quasi tutta irreale: dunque analizzo, leggo e rileggo e mi rendo conto che raccontare l’accaduto, quello vero sia indispensabile.

Il potere della narrazione di alcuni giornalisti è davvero incredibile, sono le domande delle interviste ad essere “FUORI” e le risposte seguono senza dubbio la stessa linea:

* Chiedere al questore se ad una manifestazione di protesta, l’ennesima contro le basi militari, ci si aspettano scontri è come chiedere a qualcuno appena uscito dal parrucchiere se si è tagliato i capelli.

* Chiedere perché ci sono state le cariche è come chiedere a chi c’era perché tagliare le reti.

* Dire che l’obiettivo era far degenerare la situazione è far finta di non sapere cos’è una manifestazione di protesta, dispiacersi per come è andata a scapito dei pacifisti è dimenticarsi di chi ha incominciato a picchiare.

* Chiedere qual è il segnale dato dal taglio delle reti e far finta di non capire che essere contro presuppone un’ azione per lo meno di disturbo, vuol dire far finta di non sapere cosa è già successo a Teulada l’anno scorso a novembre e a Capo Frasca due anni fa.

* Stupirsi perché alcune cesoie erano state portate negli zaini potrebbe voler dire che la prossima volta le troveremo in loco?

* Infine riprendo esattamente dal quotidiano “la provocazione: una donna oltrepassa la rete divelta”; una donna, senza volto coperto, con il megafono e un bel cappello rosso, una donna che non si può lasciare sola a cui ci si avvicina tutti con la propria faccia e che viene attaccata pesantemente da chi, fra gli altri, poi dovrebbe essere stato ferito in volto. Parte la carica e solo dopo la sassaiola. Solo dopo la sassaiola, lo confermano tutti i video che ho visto. Lo confermo io che c’ero.

* La seconda carica non si fa attendere e davvero c’è chi è ferito e sanguina.

La storia della giornata finisce con un lungo corteo, arriviamo dove si vede il mare.

Abbiamo tagliato le reti perché è l’unico modo per riprenderci ciò che appartiene a tutti noi, la terra.

Torneremo alle reti, non solo quelle di Capo Frasca.

25 nov. 16

un’altra donna alla manifestazione

Link interessanti

Girando su vari siti e blog, è un periodo questo in cui si trovano tante notizie interessanti. Per evitare di riportarle tutte creando solo confusione ecco un breve elenco di link, di alcune notizie che vi potrebbero interessare.

IN AGGIORNAMENTO

Comunicati sul corteo del 23 novembre:

http://ilminatorerosso.blogspot.it/2016/11/ne-buoni-ne-cattivi-ma-manifestanti-che.html

https://www.facebook.com/notes/comitato-studentesco-contro-loccupazione-militare-della-sardegna-cagliari/intravedere-un-popolo-dientro-le-persone-intravedere-un-movimento-dietro-ai-coll/1837960203154346

Azioni antimilitariste:

Trentino: Protesta alla Meccanica del Sarca

Germania: azioni contro la guerra

Analisi del calendario delle esercitazioni militari in Sardegna del II semestre del 2016

Calendario delle esercitazioni per il II° Semestre 2016: rielaborazione ed analisi

 

Resistere al nanomondo

INCONTRO E DIBATTITO CON I COMPAGNI SILVIA GUERINI E

COSTANTINO RAGUSA DEL GIORNALE “L’URLO DELLA TERRA” .

ANALISI E CRITICA DI NANOTECNOLOGIE, BIOTECNOLOGIE E

E DI COME LA CONVERGENZA DELLE SCIENZE,TRA NOCIVITA’ E

DOMINIO DELL’ESISTENTE,STIA EDIFICANDO UNA SOCIETA’

ARTIFICIALE E TECNO-TOTALITARIA.

PROIEZIONE DEL VIDEO DOCUMENTARIO

“UN MONDO SENZA UMANI”

CENA VEGAN A PREZZI POPOLARI
SABATO 10 DICEMBRE NUORO CIRCOLO MARX VICOLO GIUSTI 15\A ORE 19 INIZIO DIBATTITI
DOMENICA 11 DICEMBRE SASSARI SEDE DEL COLLETIVO S’IDEA LIBERA VIA CASAGGIA 12 ORE 17 INIZIO DIBATTITI

Capo Frasca 23 Novembre

Al bivio tra il ponte di Marceddì e la provinciale 65 verso le 10 si sono ritrovate circa 500 persone (stima ottenuta facendo la media tra le cifre dei partecipanti entusiasti e i soliti presi male della questura). Tanti i gruppi e i partiti presenti, tante anche le persone autorganizzate. Alle 11.30 con l’arrivo dell’ultimo dei sei pullman, provenienti da tutta l’isola, il corteo è partito. Poco prima c’era stato un momento di tensione quando una trentina di persone aveva provato ad avvicinarsi ai cancelli, mettendo in allarme al celere.

A differenza di un anno fa a Teulada nessuno o quasi è stato fermato e perquisito per strada, e nessuno dei portatori di foglio di via, ammesso che si siano recati al corteo, è stato sequestrato come avvenne un anno fa con i ragazzi di Giba.

Un violento scirocco sferzava le teste dei manifestanti che, in pochi minuti, sono arrivati ai cancelli del poligono, gli stessi del 13 settembre 2014. La polizia era già schierata sulla strada che porta a Sant’Antonio di Santadi, su una stradina parallela alle reti e all’interno del poligono. In poco tempo buona parte delle persone si sono distribuite nei campi e lungo le reti, iniziando le prime battiture sui pali che, col passare dei minuti, sono state affiancate dai primi tagli. Il corteo verso mezzogiorno ha definitivamente rotto gli indugi, superando gli ultimi timori. Sono stati invasi altri campi e i tagli si sono moltiplicati. L’affannosa rincorsa dei celerini e dei digossini sempre pronti a filmare non è bastata a fermare tutti i tentativi che continuavano a susseguirsi. Verso l’una il lato a sinistra del cancello presentava almeno quattro grandi squarci chiusi dagli scudi della celere, più una serie di buchi più piccoli.

La Nuova Sardegna scriverà “varchi aperti nella recinzione da un commando di ragazzi col volto coperto e armati di tronchesine hi tech”.

23n

Giunge la notizia che delle ragazze sono entrate dal lato destro, fermate dai militari e mandate fuori. Poco dopo il tentativo avviene anche a sinistra, dove un’affezionata alle violazioni dei poligoni tenta l’ingresso, beccandosi subito le manganellate del vicequestore Rossi e dovendo ritornare all’esterno della base. La reazione violenta della polizia suscita rabbia, volano le prime pietre. La celere prova ad uscire dai varchi nella rete, ma deve rinunciare a suon di sassi sugli scudi. A questo punto entra in gioco il capo della DIGOS Moretta, che sistema con cura tre reparti sulla sinistra dei manifestanti, e poi li fa avanzare. La reazione è violenta, una sassaiola rallenta l’avanzata della celere. Un calcio raggiunge il delicato fondo schiena del vicequestore, che mentre scappa dietro i suoi schiavetti si becca anche una pietra in testa. KO tecnico: deve lasciare il campo, tutti i quotidiani riportano la notizia delle visite all’ospedale e di 10 giorni di prognosi. La DIGOS prende in mano la situazione: comanda alla celere di occupare tutto il campo, durante questa manovra un celerino inciampa cadendo faccia e pancia in terra, provocando le risate anche nei suoi infami colleghi. La sassaiola continua, quella che la Nuova Sardegna definisce “guerriglia a Capo Frasca”. Arriva il momento dei carabinieri che, fermi ed annoiati da ore, caricano improvvisamente lo striscione rinforzato. Ne esce una bagarre, botte da orbi, sassi, massi, teste aperte. Un ragazzo viene preso, i digossini esultano pensando all’arresto, ma gli va male, dopo dieci minuti siamo di nuovo tutti insieme. Il corteo si ricompone. La polizia spara lacrimogeni, completamente inutili vista la forza dello scirocco.

La carica ha fatto male, ma tutti sono abbastanza in forma per proseguire. Non così gli sbirri. L’Unione Sarda “sassi e manganelli: 10 agenti feriti”. 

Il corteo torna sulla provinciale e riprende la strada per Pistis. Non accadrà più nulla. E’ finita “la battaglia di Capo Frasca” (cit. L’unione Sarda).

Per oggi si può essere soddisfatti, la passeggiata finale ci ha fatto vedere da vicino quanti campi ci sono da invadere tutti insieme e quanti chilometri di rete da abbattere. Torneremo.

Nota di cronaca. In contemporanea al corteo ci sono state altre due iniziative antimilitariste, una a Pisa, solidale e complice con la giornata di lotta in Sardegna: un sit-in davanti all’IDS (ingegneria dei sistemi) dove si producono droni che vengono testati in Sardegna. L’altra a Dro, in Trentino, dove si è svolta una protesta contro “l’azienda meccanica del Sarca” facente parte del gruppo Beretta: slogan, fumogeni, blocco della statale e imbrattamento della facciata. Sono stati anche appesi due striscioni, uno recitava “Dal Trentino alla Sardegna blocchiamo la guerra”.

LA GUERRA E’ OVUNQUE, OVUNQUE POSSIAMO BLOCCARLA.

NON LASCIAMO IN PACE CHI VIVE DI GUERRA.

Arriva Renzi, difeso dai servi in divisa e i tamarri in borghese

E’ andata proprio così, con l’aggiunta di una conclusione imprevista. Lo “sfondamento” lato mare da parte di un gruppo di divertiti quanto incoscienti manifestanti che nonostante camionette di celere, digos, guardioni mercenari, grate e cancelli sono riusciti a rompere il cordone di sicurezza, entrare alla fiera e arrivare davanti alla sala congressi.

Dove negli stessi momenti Renzi alloriava la borghesia cagliaritana attratta da questi ormai fantomatici 168 milioni di euro del piano per Cagliari e indecisa se dargli fiducia o meno nel referendum. Questa però è la fine della giornata.

L’appuntamento era alle 17 in piazza dei centomila, purtroppo il concentramento contava qualche decina di migliaia di persone in meno rispetto al nome della piazza che lo ospitava. Verso le sei i manifestanti, circa centocinquanta, si sono spostati su viale Diaz, chiuso dalle camionette della celere messe di traverso e presidiato dai celerini in assetto antisommossa, il tutto coordinato dal nuovo capo della DIGOS Moretta e dal vice questore Rossi. Vista la poca simpatia dello schieramento di sbirri il corteo decide allora di risalire via Ancona, per provare a passare da via Milano, stessa storia. Nuovo dietrofront si torna al punto di partenza. Quando il corteo ritorna su viale Diaz le camionette che l’avevano seguito su via Milano non sono ancora tornate, ecco che si crea una prima possibilità, una strada è presidiata da meno di una decina di celerini. Il corteo decide però di dirigersi verso via Roma, per poi svoltare in piazza dei Centomila e sbucare su viale Colombo. A quel punto la celere sta arrivando, ma sono disorganizzati, il corteo occupa le quattro corsie, la Digos preoccupata di perdersi qualcuno urla e sbraita. Qualche manifestante si inoltra nel buio della pineta, vicino al mare, la digos li segue, li chiama per nome ma i manifestanti sono testardi e partono di corsa bucando il cordone.

Nel buio della sera in un paio partono sul lungo mare, inseguiti da inferociti digossini che urlano minacce. Sbucano delle macchine da davanti, alla fine li acchiappano, sembra finita, e invece ecco arrivare un gruppo ben più folto che corre deciso verso la fiera. I due fermati vengono mollati al volo dai digossini che corrono appresso agli altri, continuano le minacce e le sfide.

110-ostacoli

Arrivati al cancello della fiera la guardia giurata (giuro che sei una merda) prova a fare l’eroe, tentando di fermare i manifestanti, ma sono troppi anche per un superuomo come lui, il cancello si apre, la gente corre, la fiera è stata violata.

La digos impazzisce, continua a inseguire e urlare. Arrivano le camionette, le jeep, il cancello si richiude.

I manifestanti arrivano davanti all’ingresso e iniziano a scandire cori. La serata sembra tranquillizzarsi, la conferenza finisce, i piddini impomatati tornano a casa. A questo punto la celere inizia a spingere fuori i manifestanti, poi prova a chiuderli, alcuni scappano, di nuovo il guardione vuole fare il supereroe e chiuderli dentro e di nuovo deve arrendersi alla sua idiozia. Purtroppo alcuni rimangono dentro e verranno identificati. Pare che successivamente la digos sia uscita dalla fiera più incarognita che mai per cercare i presunti fuggiaschi.

La parte di corteo che non era riuscita a passare ha continuato a tenere bloccato viale Diaz fino alle otto, fino a che non si è portata via tutti i manifestanti fermati all’interno.

Forse non è andata come ci si aspettava, però non è andata male.

Il corteo si avvicina…info&appuntamenti. IN AGGIORNAMENTO

PRESENTAZIONI E INIZIATIVE PUBBLICHE PRE CORTEO:

GIOVEDì 17, SASSARI: assemblea cittadina e presentazione del corteo del 23, dalle 17.30 alla facoltà di Lettere aula 1.

VENERDì 18 CAGLIARI: presentazione del corteo del 23, dalle 17 al Magistero, Via Is Mirrionis 1.

Per quanto riguarda il come arrivare al concentramento ecco l’elenco dei ELENCO DEI PULLMAN DA TUTTA LA SARDEGNA PER IL CORTEO DI CAPO FRASCA!

Prenota il tuo posto al più presto! #aforas #capofrasca23n
– CAGLIARI
https://www.facebook.com/1495308614086175/photos/a.1495313117419058.1073741827.1495308614086175/1829563240660709/?type=1&theater
_ SANT’ANTIOCO, SAN GIOVANNI SUERGIU, CARBONIA
https://www.facebook.com/events/1790866524515470/
– SASSARI
https://www.facebook.com/sidealiberass/photos/a.1538433119815290.1073741826.1537880529870549/1744522372539696/?type=3&theater
– ORISTANO
https://www.facebook.com/events/364881343857707/
_ OLBIA, SINISCOLA, NUORO https://www.facebook.com/events/202609630148204/
_BOLOTANA, MACOMER, ABBASANTA
https://www.facebook.com/aforas2016/photos/gm.345362772485457/738880759611035/?type=3&theater

Accidenti..un incidente

Dev’essere la tensione per l’approssimarsi del corteo del 23 a Capo Frasca, o forse il fatto che si sentono sempre più mancarsi il terreno sotto i piedi…o forse l’autista era ubriaco. Fatto sta che ieri mattina a Cagliari un pullman carico di soldati della brigata Sassari ha pensato bene di schiantarsi in viale Diaz. Purtroppo i danni sono solo per il mezzo e il povero marciapiede.

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Trento, incendiate nove auto delle Poste italiane

Da informa-azione:

Apprendiamo dai quotidiani locali che nella notte fra il 7 e l’8 novembre, a Trento, sono state incendiate e completamente distrutte nove Panda del servizio commerciale di Poste Italiane. Sul luogo non sono stati trovati scritti che rivendicassero il rogo. Negli ultimi mesi diversi beni materiali appartenenti a Poste Italiane (postamat, vetrate delle filiali, ecc.) sono stati presi di mira contro il coinvolgimento dell’azienda, attraverso la controllata Mistral Air, nelle deportazioni coatte di migranti.

OTTIMA NOTIZIA!!!

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