In vista del presidio del 17 una lettera di Davide e un testo di alcun* compagn*

Diffondiamo qui di seguito alcuni stralci di una lettera scritta da Davide, imprigionato nel carcere di Augusta, Siracusa. 
 
Il 1° di maggio Davide ha tentato di evadere dall’infame lager di stato ove si trova, rinchiuso da mesi con un trattamento di “particolare osservazione”, giustificato dalla direzione con la motivazione dei suoi legami con i compagni anarchici e rivoluzionari. Non abbiamo ricevuto ad ora un racconto dettagliato di quanto successo, quindi ci limitiamo a dare notizia della, purtroppo non riuscita, evasione. Sappiamo dal colloquio avvenuto oggi con l’avvocato che Davide si trova in isolamento punitivo per 15 giorni, nonostante ciò sta bene e il suo morale è alto!
 
Il 17 di maggio ci sarà l’udienza a Cagliari, dove Davide è imputato per le rivolte avvenute nel carcere di Buoncammino nella primavera-estate del 2013. Come altri, Davide non si è mai rassegnato a tutti i “particolari” trattamenti che gli sono stati riservati dalle varie direzioni carcerarie e dal DAP: nonostante i trasferimenti continui, la reiterazione dell’isolamento punitivo con il provvedimento del 14 bis per quasi due anni, l’esclusione dalle banali attività quotidiane come l’accesso alla palestra, alle aule studio e alle attività, Davide ha continuato a lottare e a tentare in ogni modo di sottrarsi ai continui abusi riservatigli, senza mai arretrare rispetto alle sue convinzioni, anzi, ricercando in ogni modo e a qualsiasi costo la libertà. 
 
Siamo solidali con Davide e con tutti i carcerati di tutte le galere che scelgono di lottare contro il carcere e il sistema che lo permette e alimenta. 
 
Davide ci fa sapere di scrivergli e inviargli libri! Dice di farlo subito, prima che gli venga applicato, nuovamente, il 14 bis con la censura della posta.
 
Qui l’indirizzo: DAVIDE DELOGU – Contrada Ippolito, 1 – 96011 Augusta (SR)
 
 
Galera di Augusta, timbro postale del 14.4.17
 
… ho letto quel che è accaduto e sta accadendo nel carcere di Opera: avendo già vissuto anche situazioni analoghe, avverto quella necessità da parte dei detenuti di essere coinvolti nella partecipazione alle lotte collettive non statiche (i consueti scioperi di gruppo di vario genere) e di trovare dei metodi più appropriati da utilizzare. Se anche fuori si riuscisse ad attivare quella solidarietà che possa permettere loro di usare/osare di mettere in campo certi metodi che sconvolgano l’assetto punitivo e di isolamento brutale dei 14bis, da farlo almeno diventare un’arma a doppio taglio… 
Ormai è già passato un mese dal processo svoltosi a Cagliari (che è stato rinviato al 17 maggio…), con gioia ho visto la presenza solidale di numerosissimi compagn* con striscioni e con un volantinaggio in solidarietà: mi auguro che anche il fuoco refrattario possa riscaldare questa perenne lotta “sempre ainnantis” come nemici dell’autorità e delle sue sbarre.
Nei miei ultimi reclami al magistrato (di sorveglianza ndr), che faccio appositamente per sapere le ufficiali motivazioni ostative della mia detenzione, vengo a sapere che rientro nella retorica/ideologica misura emergenziale dell’antiterrorismo, che continua ad insidiarsi nei codici della repressione; e gli oppressori sono pure felici che gli attentati frequenti, che loro identificano di matrice religiosa, diano occasione alle interforze della sbirrocrazia eurologica di scatenare (ovviamente contro tutti i rivoluzionari e di tutto il “terrorismo” in generale) e applicare, alle individualità coinvolte e al sociale tutto, la somma dell’armamentario (che è in continua evoluzione come la tecno-scienza) a loro disposizione. Quindi non solo sono sottoposto a misure eccezionali quotidiane di “ordine e sicurezza”, in quanto detenuto in lotta anarchico non-sottomesso, ma anche “appartenente a organizzazioni terroristiche, giusta circolare del DAP 2013”, proprio nell’anno in cui furono le lotte collettive e la rivolta, nella galera Buoncammino di Cagliari e la tanto famosa “tentata evasione” e la successiva deportazione a Palermo nel primo isolamento del regime di tortura bianca del 14 bis (evadere è giusto e basta volerlo per poterlo fare, non vi è bisogno di tentare, lo si fa e lo si può fare, in tutte le galere!)
(…) 
Ai compagni in AS2 mando un saluto carico e solidale alla lotta che si continua a portare avanti nella quotidianità galeotta.
A tutt* i compagn* a cui ho scritto numerose volte, in relazione all’operazione “scripta manent” e di cui solo con due ho avuto riscontro.
E ovviamente un grido di guerra per tutti gli anarchici imprigionati nelle galere italiane. Siete tutti nei miei pensieri.
Un abbraccio nikilista e di fratellanza e sorellanza.
Davide

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